12 Giu 2024 Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta: i suoi primi 43 anni.
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta usciva nei cinema americani il 12 giugno del 1981.
Il film di Steven Spielberg fu ideato insieme al caro amico e collega George Lucas.
Non c’è molto bisogno di presentazioni, perché I predatori dell’arca perduta è la prima avventura dell’archeologo Henry Jones Jr, meglio conosciuto come Indiana Jones.
La saga inizia con questo capitolo spettacolare che mette insieme i progetti di due grandi registi.
Due registi che debbono dimostrare molto: Spielberg deve rifarsi dal flop di 1941 e Lucas deve dimostrare di saper fare altro dopo il successo mondiale di Star Wars.
Ritmo e azione a non finire:
Inutile girarci intorno.
Harrison Ford già dalla prima pellicola dimostrerà che il ritmo e l’azione del film ruotano intorno alla sua fisicità, mentre intorno succede qualsiasi cosa e il risultato è solo uno: buona la prima!
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, ha la capacità di farci capire fin da subito chi siano i buoni e i cattivi.
Tutto è preciso e delineato, il focus è cosi chiaro che, nei successivi capitoli, Spielberg e Lucas faticheranno non poco a creare uno script diverso (anche se ugualmente valido).
Location esotiche, luoghi lontanissimi che nella fantasia dei due registi hanno rappresentato un mondo fantastico e adolescenziale che è stato, ora, finalmente proiettato sullo schermo.
Harry Jones Jr:
Indiana Jones e predatori dell’arca perduta, è il primo film col quale conosciamo questo personaggio fantastico che è Harry Jones Junior.
Indy è si, il classico maschio americano, forte e bello, cattolico, eterosessuale, ma è anche vulnerabile e a conoscenza dell’errore umano.
Le storie con Marion e con gli altri personaggi femminili della saga, sono sempre un completo disastro.
Harry nasconde le sue debolezze sotto ad una maschera fatta di sarcasmo e simpatia.
E noi lo amiamo perché è umano e, soprattutto, perché riesce a cavarsela in qualsiasi situazione.
Spielberg e Lucas si giocano tutto e giocano bene, con un film dal budget esorbitante di 20 milioni di dollari, che entrerà nella storia del cinema e nei nostri cuori.
Il famoso cappello di Indiana:
Quello che inizialmente si chiamava Indiana Smith, nome cambiato in corso d’opera, è padrone di un segno distintivo che è parte di lui come fosse un tatuaggio.
Parliamo del cappello che l’archeologo non perde mai, nemmeno nel mezzo delle avventure più rocambolesche.
Non esiste Indiana Jones senza il classico cappello, diventato negli anni elemento fondamentale di una idea (sbagliata) che ci siamo fatti sulla figura e sul mestiere dell’archeologo.
Non giudichiamo questa scelta, perché, da bravi figli degli anni 80/90 la amiamo follemente.
Chi riuscirebbe mai ad immaginare Indy senza il suo cappello?
Frusta ma anche pistola:
Altro segno distintivo di Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, è la frusta che Indy non abbandona mai e che, oltre ad essere un’arma, gli salverà la vita in più di un’ occasione.
La scena di culto di questo primo capitolo, la ricorderete, è quella in cui Indiana invece di affrontare uno spadaccino, gli spara.
Questa, è pura improvvisazione: l’idea sarebbe venuta direttamente ad Harrison Ford, per evitare di filmare una lunga scena di combattimento sotto il sole, ma soprattutto per riuscire a gestire l’attacco gastrointestinale fulminante che lo aveva colpito in quei giorni.
Pare, inoltre, che l’unico della troupe ad essersi salvato da questi problemi intestinali, fu proprio Steven Spielberg, che aveva portato con se kg e kg di spaghetti da casa.
Riprese a dir poco rocambolesche:
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta è un capitolo famoso per essere riuscito a sostenere di tutto!
Durante le riprese, oltre a dissenteria e caldo, la troupe riscontrò numerosi problemi tra i quali citiamo i morsi di alcuni serpenti.
L’assistente alla regia David Tomblin fu morso da un pitone che non voleva proprio mollare la presa.
Alla fine la troupe dovette prendere il serpente per la coda e solo dopo alcuni secondi, l’animale finalmente mollò la mano di David.
Inoltre, nell’epica scena iniziale, in cui Indiana Jones fugge correndo da un masso rotolante si vede l’attore cadere.
Non si tratta di una scena voluta, ma di un vero “incespicare” di Harrison Ford.
Ovviamente la scena fu tenuta per rendere il tutto il più credibile possibile.
Ah, abbiamo “rischiato” di vedere, nei panni di Indiana Jones, l’attore Tom Selleck, voluto da George Lucas, che si scontrò con il diniego di Spielberg, da sempre convinto di voler ingaggiare Harrison Ford.
E poi Tom Selleck era impegnato con le riprese di Magnum P.I e quindi non se ne fece nulla.
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta è un omaggio a molte cose:
L’idea del primo film della saga nasce dall’amore dei film anni ’40/50 di Lucas e Spielberg.
Ma dentro i Predatori dell’arca perduta c’è anche un omaggio a Ombre Rosse, Orizzonte Perduto e un omaggio a Quarto Potere.
Senza contare le citazioni su Star Wars e Tarantino.
Meno conosciuto invece, il richiamo a dei fumetti della Disney di Carl Barks, usati come spunto nella famosa scena del masso rotolante; e pubblicati quando i due registi erano poco più che ragazzini.
Un cast eccezionale:
Oltre al già citato Harrison Ford, il cast si avvale di un numero cospicuo di attori di spessore.
La parte di Sallah, venne offerta da Spielberg a Danny DeVito che però era impegnato nelle riprese di Taxi.
Venne allora chiamato a rapporto il famoso attore inglese John Rhys-Davies, indimenticabile Gimli del Signore degli Anelli.
Mentre per il ruolo di Rene Belloq, Spielberg dichiarò di volere a tutti i costi o il nostro Giancarlo Giannini o l’attore francese Jacques Dutronc, ma nessuno dei due parlava inglese, questione problematica che portò alla scelta finale di Paul Freeman.
Queste sono solo piccole informazioni storiche o meno su uno dei film più belli mai prodotti dalla coppia Spielberg-Lucas.
A distanza di 43 anni, sappiamo bene com’è andata e quanto Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta sia diventato un Cult da vedere e rivedere.
Noi siamo pronti per un rewatch e pronti di nuovo a spingere play canticchiando insieme l’epica colonna sonora di John Williams.