
03 Set 2025 A House of Dynamite: quando il pericolo è imminente
Otto anni dopo Detroit, la premio Oscar Kathryn Bigelow torna alla regia con A House of Dynamite, presentato in Concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia e disponibile su Netflix dal 24 ottobre 2025. Un thriller ad alta tensione che indaga sul futuro di un pianeta sull’orlo dell’implosione. Nel cast figurano, tra gli altri, Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso e Anthony Ramos. Direttamente da Venezia 82, ecco la recensione di A House of Dynamite, il film di Kathryn Bigelow.

A House of Dynamite: trama del film di Kathryn Bigelow
Quando un missile di provenienza ignota viene lanciato contro gli Stati Uniti, inizia una corsa contro il tempo per stabilire chi ne sia responsabile e come reagire.
A House of Dynamite: recensione del film in concorso a Venezia 82
Il pianeta è un ordigno a tempo, e nonostante questa consapevolezza universale, l’umanità continua la propria esistenza quotidiana. Governanti, forze armate, cittadini comuni. Tutti consci della realtà eppure proseguono con le loro routine: si recano al lavoro, accompagnano i bambini a scuola, costruiscono progetti per un domani che potrebbe dissolversi improvvisamente. Finché la minaccia rimane astratta tutto scorre normalmente, ma quando il pericolo si materializza nessuno possiede gli strumenti per gestirlo.
In A House of Dynamite un ordigno di origine ignota si dirige verso il territorio americano. Ha inizio così un thriller che racconta la medesima vicenda attraverso tre prospettive distinte, dove l’angoscia e il terrore cancellano ogni spiraglio di ottimismo, e ogni istante che trascorre ha un solo scopo: contenere le conseguenze ormai ineluttabili.
“Non se, quando.” recita la tagline della pellicola. Quest’unica dichiarazione racchiude minaccia e monito in un pianeta colmo di arsenali pronti per qualsiasi eventualità difensiva, strategica, egoistica. E la popolazione mondiale, completamente indifesa, prosegue la propria vita quotidiana in una dimora piena di esplosivo (da cui deriva il titolo A House of Dynamite).
Kathryn Bigelow eccelle nella creazione dell’ansia, dimostrandolo attraverso le composizioni musicali (firmate da Volker Bertelmann) e il ritmo incalzante del montaggio di Kirk Baxter, riuscendo a trasformare in pura adrenalina e suspense una produzione ambientata prevalentemente in spazi ristretti, con protagonisti paralizzati dal terrore, o che comunicano tramite collegamenti video. È una pellicola dove si insegue la speranza attraverso dei monitor, un’opera di attese infinite, dove il conto alla rovescia procede implacabile e i personaggi desiderano che tutto finisca rapidamente.

A House of Dynamite, recensione: un ordigno pronto a esplodere
A interrompere l’atmosfera soffocante interviene la narrazione episodica, dove ciascuna delle tre differenti angolazioni riporta la vicenda al punto iniziale, dunque al conto alla rovescia. Una reiterazione indispensabile ma estenuante. Probabilmente questo rappresenta il limite narrativo di A House of Dynamite, una costruzione fluida che cambia direzione bruscamente, si ripresenta, e ancora una volta. Ma proprio questo costituisce il significato dell’opera: una miccia che si innesca e si estingue continuamente nel momento cruciale. Non serve mostrare Chicago in cenere, è sufficiente rendersi conto che un pericolo è imminente.
Numerose nazioni detengono arsenali nucleari capaci di annientare la civiltà in pochi istanti. Tuttavia esiste una forma di torpore collettivo – una tacita accettazione dell’inconcepibile. Come possiamo definire tutto ciò “protezione” quando l’esito inevitabile è l’annientamento completo? Desideravo realizzare una pellicola che esaminasse questa contraddizione, che indagasse la follia di un mondo che esiste sotto la minaccia perpetua dello sterminio, eppure raramente ne discute.
Le dichiarazioni della regista e il suo film stesso chiariscono quanto sia cruciale affrontare questa tematica proprio ora, sfruttando la capacità emotiva del cinema per veicolare timore. A House of Dynamite è un’opera che deve penetrare in ogni abitazione, e si auspica possa ottenere l’eco meritata nelle sale e su Netflix. Al di là delle preferenze cinematografiche, questa è una pellicola che deve toccare il maggior numero di spettatori.
In conclusione, A House of Dynamite è un film caratterizzato da scontri, conflitti armati e stermini, in cui il futuro di moltitudini dipende da pochi individui. Pochi squilibrati che maneggiano elementi pericolosi, che giocano con le esistenze di intere popolazioni. Come Charlie Chaplin manipola il globo terrestre ne Il grande dittatore, come Luca Marinelli maneggia gli esplosivi in M – Il figlio del secolo. Cosa ci lascia il film alla fine della visione? La quantità di armamenti nucleari esistenti sul nostro mondo è una risposta inequivocabile: la storia non ci ha trasmesso alcun insegnamento.
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