
18 Feb 2025 In the Mood for Love è il capolavoro di un amore mai esaurito
25 anni fa, In the Mood for Love di Wong Kar-wai arrivava nei cinema italiani, dopo essere stato presentato al Festival di Cannes, dove ottenne il Grand Prix tecnico e valse a Tony Leung il premio per la miglior interpretazione maschile. Considerato uno dei capolavori del cineasta originario di Hong Kong e un caposaldo del cinema contemporaneo mondiale, In the Mood for Love torna in sala a febbraio 2025 grazie a Lucky Red in collaborazione con Tucker Film, con il restauro in 4K curato dalla Cineteca di Bologna.

In the Mood for Love: la trama del film
Hong Kong, 1962. I coniugi Chow e i coniugi Chan si trasferiscono nello stesso giorno in due appartamenti adiacenti. Sono il signor Chow e la signora Chan a trascorrere più tempo in casa, e ben presto scoprono che i loro rispettivi partner hanno una relazione. Nel tentativo di capire le motivazioni di questo tradimento, iniziano a vedersi sempre più spesso, trovando conforto reciproco nel condividere le proprie emozioni.
In the Mood for Love, la recensione:
Ambientato nella Hong Kong degli anni ’60, In the Mood for Love racconta con straordinaria delicatezza il legame tra il signor Chow (supremo Tony Leung) e la signora Chan (indimenticabile Maggie Cheung), vicini di casa che abitano in stanze in affitto presso la signora Suen, ciascuno con il proprio coniuge. Fin dalle prime scene, quelle di un trasloco, le loro vite si sfiorano inevitabilmente: scatoloni che si confondono, oggetti che si scambiano per errore. In un ambiente sempre pieno di presenze, le solitudini dei due protagonisti si avvicinano gradualmente.
Con il tempo, la signora Chan e il signor Chow arrivano a comprendere che i loro coniugi li stanno tradendo, intrattenendo una relazione tra loro. Questa scoperta dolorosa diventa il punto di origine del loro legame, con la frase più famosa di In the Mood for Love: Noi non saremo mai come loro, afferma la signora Chan, segnando l’inizio di una relazione fatta di puro desiderio.
Eppure, i rispettivi coniugi restano figure sfuggenti: Wong Kar-wai sceglie di non mostrarli mai chiaramente, limitandosi a farne udire la voce o inquadrandoli solo di spalle. È come se a loro fosse affidata la dimensione puramente fisica del tradimento, mentre la storia tra Chow e Chan si costruisce su un’intimità sottile, mai consumata.
Dove le parole si fermano, il regista lascia parlare le immagini: la scala semibuia dove i due si incrociano, le tende che si muovono leggere in un corridoio, dita che si sfiorano appena, le geometrie delle piastrelle sul pavimento, la pioggia che avvolge i loro corpi nella notte. I dialoghi, misurati e scarni, suggeriscono eventi quasi paradossali, in un tempo sospeso formato dai ricordi della loro storia. L’esperienza sensoriale del rosso vivido degli abiti e degli arredi, della musica, della costante presenza del cibo. Il cibo diventa quella parte di desiderio che non si consuma fisicamente ma si esprime attraverso un bisogno istintivo.
L’assenza di un contatto carnale tra i protagonisti viene compensata da una tensione emotiva che scorre come una nostalgia per un amore mai compiutosi, e non solo per il lato fisico, ma per ciò che entrambi non sono mai stati: Noi non saremo mai come loro.
La colonna sonora, con il suo valzer malinconico di Michael Galasso e i boleri messicani di Nat King Cole, è parte integrante di in un film che è diventato, a 25 anni dalla sua uscita, un caposaldo del cinema orientale e un capolavoro del cinema tutto.

In the Mood for Love, la recensione: potenti ricordi tra scale strette e piogge arancioni
“Il passato è qualcosa che può vedere, ma non può toccare. E tutto ciò che vede è sfocato e indistinto.”
Questa è l’ultima didascalia su sfondo nero che chiude In the Mood for Love. Chow ha raggiunto le antiche rovine del tempio di Angkor Wat, in Cambogia, e ha sussurrato il suo segreto in una fessura del muro, con la bocca e la mano contro la pietra, in un abbraccio. Poi ha sigillato l’apertura con un ciuffo d’erba e si è allontanato.
Questa è l’unica sequenza ambientata all’aperto in tutto il film di Wong Kar-wai, che per il resto si sviluppa in spazi chiusi e angusti, anche quando i protagonisti si muovono per le strade. Il cielo è sempre assente, sostituito talvolta dalla pioggia che scende, talvolta dai corridoi svuotati di volti..
In the Mood for Love è un film fatto di rallentamenti, immagini sfocate, ripetizioni di un tema musicale con leggere variazioni. La sensazione costante è quella di un ricordo. Si tratta di una storia evocata attraverso la memoria dei protagonisti. La mente di Chow preserva solo l’eleganza di certi gesti e momenti: come la figura della signora Chan, che attraversa l’inquadratura sempre impeccabile, al punto che una vicina si chiede come possa essere così ben vestita solo per andare al cinema.
Un’epoca di vicinanza e sicurezza quella di In the Mood for Love, una routine che richiama l’Occidente degli anni ’50 — e quanto ricordano le star di quel periodo Tony Leung e Maggie Cheung. Ogni momento essenziale della loro storia d’amore viene rivissuto come incorniciato da un passaggio stretto, una porta socchiusa, una scala che scende verso un ristorante, le pareti che delimitano un edificio, con sfondo due possibili amanti sotto la pioggia.
Il film è unico nel riuscire a dare un senso autentico a quegli elementi estetici che a volte rischiano di sembrare manierismi: la fotografia sfocata è giustificata fino all’estremo, l’eleganza è un frammento di ciò che stiamo vedendo, la perfezione e la bellezza dei personaggi fa appunto parte del loro ricordo, e non un espediente per richiamare attenzione.
La narrazione non offre concessioni: il film è costruito per ellissi, non concede appigli se non nelle immagini.
Non vediamo mai chiaramente i due coniugi traditori: li scorgiamo appena, di sfuggita, riflessi in uno specchio. Prendono forma solo nella messa in scena che i protagonisti stessi costruiscono, nel tentativo di immaginare cosa sia accaduto, come tutto abbia avuto inizio, cosa direbbero se si trovassero di fronte ai rispettivi coniugi. Il legame tra Chow e Chan nasce proprio così: quasi per gioco, poi con rabbia e frustrazione, impersonano i loro partner infedeli, testando sulla propria pelle il dolore del tradimento.
Per concludere, In the Mood for Love è un film sul non detto che viene incarnato nelle performance di due dei migliori attori orientali, Tony Leung Chiu-wai e Maggie Cheung, che con gesti sospesi, sguardi fissi e abbracci strazianti interpretano il desiderio trattenuto, esplicitato in una musica nostalgica e malinconica. Il film non dà risposte, ma nemmeno quesiti: come i buoni film, sta allo spettatore capire il mistero e sciogliere la matassa del ricordo.
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