
21 Ott 2025 Anna: lo sciatto tentativo di ridimensionare un’icona
Approda alla Festa del Cinema di Roma 2025, nella sezione Gran Public, il nuovo film diretto ed interpretato da Monica Guerritone, incentrato su una delle nostre eccellenze nel mondo. Ecco di seguito la recensione di Anna, il film biografico su Anna Magnani.
Anna, la trama del film su Anna Magnani di e con Monica Guerritone
Incentrato sull’amatissima ed indimenticabile Anna Magnani, il film è scritto dalla regista ed attrice protagonista Monica Guerritone assieme ad Andrea Purgatori, per rivivere le emozioni di una notte storica e non solo. Ecco di seguito quanto riportato sul sito del Rome Film Fest sul film Anna:
21 marzo 1956: una notte romana come le altre, durante la quale una signora vestita di nero, insonne, percorre a piedi i vicoli e le piazze di Roma, nutre i gatti randagi, parla con un netturbino e una giovane prostituta seduta fuori da un bar, ripensa alla propria vita. Intanto una ragazza, che diventerà la sua agente, la cerca. Al mattino, la notizia: la signora Anna Magnani ha vinto l’Oscar come migliore attrice per La rosa tatuata.
Anna, la recensione: lo sciatto tentativo di ridimensionare un’icona
Lasciala sta. È lupa stanotte, sta a fiutà la vita sua.
Anna Magnani. Un nome, una leggenda. Considerata ancora oggi una delle migliori interpreti della storia del cinema, la prima non di lingua inglese a ricevere il premio Oscar per la Miglior Attrice ed altri riconoscimenti che rendono il nome di Anna un orgoglio nazionale ed un’icona internazionale. Mamma Roma, chiamata così affettuosamente non solo per il film di PPP, ma anche e soprattutto per l’amore ricambiato verso la sua città, era appunto una donna del popolo.
Ecco allora che il film di Monica Guerritone cerca di spingere verso questa direzione, portando sullo schermo non tanto una diva divinizzata, quanto una “gattara caciarona” che non si fa troppi problemi a farsi intervistare in vestaglia. Antidiva ed antisistema, con Anna orientato a valorizzare il lato umano e semplice dell’attrice, ma qualcosa non va per il verso giusto, anzi, più di “qualcosa”. Il film, scritto assieme ad Andrea Purgatori, arriva alla Festa del Cinema di Roma (e dove sennò?) insieme ad un altro film, per certi versi molto vicino.
Si parla di Nouvelle Vague, il nuovo film scritto e diretto da Richard Linklater che porta sullo schermo il personaggio di Jean-Luc Godard narrando la storia della realizzazione di Fino all’ultimo respiro. In tale circostanza, infatti, non si ha a che fare con quello che viene considerato tra i migliori autori del cinema francese ed europeo, quanto ad un ragazzo audace ed artisticamente libero che si trova alle prese con il suo primo film.
Nel film presentato a Cannes, dunque, si presentano i motivi e le caratteristiche che hanno poi reso il regista quello che viene considerato tutt’oggi e, assieme a lui, la cerchia di autori ed autrici di quel formidabile movimento che dà titolo all’opera. Ecco allora che si arriva a questo improbabile parallelismo fra i due film, dove anche Anna presenta (oltre che la realtà dietro la finzione e viceversa) il contesto artistico nella quale l’attrice viene immersa, ma non tutto il resto, anzi.
Mentre il film di Linklater va alla continua ricerca dei suoi eroi, tratteggiando vizi e virtù dei vari personaggi ma tenendone sempre alto l’approccio e contributo artistico, in Anna tale processo viene completamente a mancare. Rossellini, Pasolini ed altre necessarie personalità dell’epoca non ne escono sicuramente trionfanti dal film della Guerritone, continuando a rimarcare come Anna Magnani sia immersa in un mercato cinematografico italiano sciatto, di poca qualità ed in continua difficoltà.
Se il film di Linklater traccia un ricercato quadro di quel fenomeno che è la Nouvelle Vague, con la cura e protezione di quello spirito di “libertà creativa”, Anna perde una ghiotta occasione per addentrarsi nel Neorealismo italiano, ammirato e celebrato ancora oggi in tutto il mondo. Dopotutto in Italia siamo maestri nel non valorizzare il nostro patrimonio nel migliore dei modi, e allora passiamo al personaggio di Anna Magnani.
<<Ce l’ho fatta! E se ce l’ho fatta io ce la potete fa tutte!>>. Peccato che una delle migliori attrici di sempre non potrà mai essere “una delle tante”. Si arriva in tal caso ad un’indecorosa normalizzare il personaggio, per come già citato valorizzare il suo lato umano e di semplice donna del popolo romano. Un registro che avrebbe comunque motivo di esistere, se non fosse che la vittoria dell’Oscar inaugura l’inizio di un percorso che arriva ad un’Anna ambiziosa ed arrogante, tutto fuorché umile e semplice.
Ciò non accadrebbe nemmeno in virtù della vittoria della statuetta, l’annebbiamento del successo, perché il personaggio è in continua crisi economica ed emotiva. Nel film non si mostra realmente mai il perché Anna è Anna, del motivo perché ancora oggi viene celebrata, trovando grande confusione anche nell’opposta condizione dei problemi produttivi, legati una volta all’età, una volta al carattere ecc.
La sceneggiatura del film resta quindi il punto critico principale, arrivando anche a dialoghi che sembrano improvvisati ed interpretati ancor peggio. La stessa Guerritone è forse l’unica che prova a restituire un’emozione, non riuscendo tuttavia a prendere una direzione ben precisa tanto nel piglio registico del film, quanto in cosa si vuole raccontare, per poi arrivare all’apporto recitativo.
I salti temporali sono disordinati e, su schermo, non si riesce mai ad arrivare ad immagini degni di memoria, con una colonna sonora spesso fuori luogo. Insomma, in Anna ci sono davvero pochi elementi atti a valorizzare il suo racconto sullo schermo, con un quadro del cinema italiano decisamente non lusinghiero ed un’immagine di un’icona solo lontanamente omaggiata ed onorata.
★ ½
