Dracula l'Amore perduto Dracula l'Amore perduto recensione

Dracula L’Amore perduto: recensione del film di Luc Besson

Dopo più di trent’anni dal capolavoro gotico di Francis Ford Coppola e nello stesso periodo storico del Nosferatu di Eggers, anche Luc Besson decide di confrontarsi con il mito di Dracula. Dracula – L’Amore perduto è la rilettura passionale e fuori dagli schemi del regista di Dogman (2023), una storia sull’amore immortale e sulla condanna del desiderio. Dracula l’Amore perduto trasforma il classico horror in un racconto sull’eternità dell’amore e sull’impossibilità della redenzione.

Ecco la recensione di Dracula – l’Amore perduto, il film di Luc Besson.

Dracula l'Amore perduto
Dracula l'Amore perduto recensione

Dracula l’Amore perduto: trama del film di Luc Besson

Il principe Vlad di Valacchia (Caleb Landry Jones), valoroso condottiero, parte per combattere le orde ottomane, lasciando la sua amata moglie Elisabetta (Zoë Bleu) al sicuro.
Ma un destino crudele li separa per sempre, Elisabeta viene uccisa. Vlad, accecato dal dolore, rinnega Dio. È l’inizio della sua condanna a vagare nei secoli come vampiro. Anni dopo, nella Parigi del XIX secolo, Dracula intravede una giovane donna, Mina (Zoë Bleu), identica in tutto e per tutto a Elisabetta.

Jonathan Harker (Ewens Abid), un giovane avvocato, viene inviato nel cuore dei Carpazi per trattare la vendita di un’abbazia nei pressi di Parigi. Ignaro del pericolo, cade preda di Dracula. Quando il vampiro scopre nel medaglione di Jonathan il ritratto di Mina, capisce che il destino gli offre una seconda occasione.
Ma la sua rinascita si scontra con Van Helsing (Christoph Waltz), un prete guerriero incaricato dalla Chiesa di fermare l’oscura avanzata di Dracula, e Maria (Matilda De Angelis), una donna misteriosa che rivela un inquietante legame con l’oscuro signore.

Dracula l’Amore perduto: recensione del film di Luc Besson

Mai prima d’ora una storia sul vampiro più celebre della letteratura e del cinema si era aperta con una lunga e delicata scena d’amore. E forse era proprio necessario che a tentare questo ribaltamento di prospettiva fosse un autore come Luc Besson, cineasta da sempre libero, che con Dracula – L’amore perduto firma la sua ventesima regia.

Dopo il celebre reboot di inizio anno Nosferatu (2024) firmato Robert Eggers , una nuova versione del mito scritto da Bram Stoker rialeggia seguendo le tracce del celebre cult di Francis Ford Coppola del 1992. L’indimendicabile regista de Il Padrino aveva trasformato la sete di sangue del Conte in una manifestazione di dolore e desiderio, facendo del vampiro un amante condannato dall’eternità. Luc Besson parte da questo presupposto e la rielabora a modo suo: omaggia Coppola qua e là, soprattutto nel trucco, nei costumi e in qualche richiamo visivo, ma si ferma lì. Il suo Dracula guarda altrove, verso un cinema più impulsivo, esteticamente raffinato e grottesco.

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, Dracula l’Amore perduto di Besson è un film che sceglie di trattare il mito del vampiro come essere vivo e tormentato, utilizzando un linguaggio cinematografico kitsch e spinto. Luc Besson, fedele alla propria vocazione visionaria, unisce la sua visione passionale del vampiro egregiamente interpretato da Caleb Landry Jones – assolutamente in parte per il playboy vampiresco – a un attaccamento cadenzato ad hoc al materiale originale.

È un film che inevitabilmente dividerà: i puristi di Stoker lo troveranno sacrilego, quando Besson fa profumare il suo vampiro per ingannare le prede, mette in scena assalti al castello con armi da guerra, e trasforma i duelli gotici in scontri epici. Il film si apre con un tono più guerresco che mistico, mostrando subito la natura romantica e sanguigna.

Accanto al Conte brilla Matilda De Angelis, irresistibile nei panni di una sensuale Maria de Montebello, bolognese di nascita e predatrice per vocazione.

È probabile che Dracula – L’amore perduto venga accolto con scetticismo o persino derisione, considerato troppo eccessivo, a tratti trash. Ma sarebbe un errore non considerare l’eccentricità dietro la dichiarazione d’amore – presente nel film – per il film stesso, da parte del suo regista.

Al netto di qualche sbavatura, Dracula l’Amore perduto di Luc Besson emerge come un film che porta ottimamente sullo schermo il tormento di un’anima in pena e in perenne cerca della sua metà. In tempi eccessivamente ridondanti di reboot, remake e sequel, l’adattamento del regista francese è quanto di più autoriale ci si potesse aspettare per affrontare nuovamente la figura del celebre Conte Dracula.

★ ★ ★

Leggi anche: Nosferatu (2024), recensione del film di Robert Eggers

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Dario Vitale
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Passo il tempo libero guardando film belli. Mi piace anche leggere (pensa un po’!). Ogni tanto suono. Ah sì, sono uno studente di lingua giapponese che tenta di prendere la magistrale.