
07 Gen 2025 Nosferatu: l’ombra di Robert Eggers è da vero principe dell’horror
Nosferatu, quarto lungometraggio scritto, prodotto e diretto da Robert Eggers, è il nuovo adattamento del celebre capolavoro del 1922 firmato da Friedrich W. Murnau, ispirato a sua volta all’opera di Bram Stoker. Un’opera imponente che trasforma un classico del cinema tedesco in un horror gotico dalle tinte personali, sostenuto da un cast d’eccezione, con Lily-Rose Depp al centro di una performance immensa che rilegge il classico del cinema espressionista.

Nosferatu, la recensione: la trama del film di Robert Eggers
Questo rifacimento ricalca fedelmente le linee narrative dell’originale del ‘22. Ambientato nella Germania del 1838, il giovane Thomas Hutter, agente immobiliare, intraprende un viaggio verso i Carpazi per concludere un affare con il misterioso Conte Orlok. L’incontro con l’enigmatico nobile porterà conseguenze devastanti, mentre l’oscura ombra del vampiro si estende sulla città e sulla fragile mente di Ellen, la giovane moglie di Thomas, tormentata da un passato che riaffiora con terribili implicazioni.
Nosferatu, la recensione: Robert Eggers degno erede
A oltre un secolo dalla sua prima proiezione, l’iconografia immortale di Nosferatu torna a vivere sul grande schermo. L’originale di Murnau è considerato una pietra miliare del cinema horror, incarnazione della paura atavica dell’umanità attraverso l’immagine indimenticabile di Orlok, personificazione del diavolo e dell’orrore. Robert Eggers si confronta con questa eredità col massimo rispetto, ma anche con il coraggio di rielaborarla secondo il proprio stile.
Eggers coltivava da tempo il desiderio di dirigere questa pellicola. Il progetto, avviato oltre dieci anni fa, doveva essere la sua seconda opera dopo il folgorante esordio con The Witch. Ritardi e difficoltà non hanno però scalfito la determinazione del regista, che oggi realizza un film capace di rendere omaggio al passato, senza cadere nella nostalgia fine a sé stessa (Si Disney, stiamo parlando proprio di te).
Il Nosferatu di Robert Eggers rappresenta un esempio di equilibrio tra rispetto filologico e visione autoriale. Riprendendo i momenti chiave del classico, Eggers introduce poi una prospettiva del tutto personale: le sue inquadrature, i suoi movimenti di macchina ricchi di dettagli mostrano la cura maniacale e un approccio moderno di chi conosce l’opera originale, la fa sua e la rende il remake contemporaneo per eccellenza.
Orlok, qui interpretato da un impressionante Bill Skarsgård, è una nuova versione del vampiro cruda e brutale. Non più il sofisticato aristocratico delle rappresentazioni standard, ma un cadavere animato, emblema di morte e reale putrefazione.
La ricostruzione storica è uno degli elementi assolutamente che alza l’asticella del film, con un’ambientazione che vive insieme ai personaggi. La fotografia di Jarin Blaschke, collaboratore di lunga data del regista, desatura la messa in scena e rende così spettrale un’atmosfera d’inquietudine, mentre i giochi di luce e ombra fanno da contorno pittorico ad una scenografia a dir poco perfetta.
La natura stessa è protagonista: dalle nevi ai cieli plumbei, fino ai dettagli più intimi, come il bagliore di una fiamma. Gli animali, come sempre nel cinema di Eggers, diventano, come i roditori e i gatti, emblemi del male e della malattia.

Nosferatu, la recensione dell’omaggio autoriale
Ad amplificare ulteriormente la ricercatezza nella cura dell’opera è l’incredibile realismo della scenografia, che colpisce sia per la sua imponenza sia per l’attenzione minuziosa ai dettagli.
Il nuovo Nosferatu mette in scena delle sbalorditive immagini da incorniciare, dalla camera da letto di Ellen ai meandri nascosti del castello, sono tantissimi i momenti di ’esibizione dell’arte sul grande schermo. Dalla prima sequenza al bacio che suggella l’unione.
Durante i suoi intensi 132 minuti, il regista propone una rilettura del finale, che culmina in una unione fatale che rimarca il tratto di un autentico maestro del cinema.
Nella costruzione delle inquadrature Eggers continua a giocare straordinariamente con le luci e ombre: dalla scelta di celare a lungo il vero volto di Orlok, fino all’uso di transizioni da oscurità a immensa luce che portano a una grande profondità visiva. Il formato dello schermo, lo stesso utilizzato in The Witch, rafforzare la sensazione soffocante, insieme al montaggio serrato che non da alcuna tregua.
Anche i momenti apparentemente più quieti sono pervasi da una potenza musicale che fa percepire allo spettatore una presenza incombente nell’oscurità. La colonna sonora di Robin Carolan, in collaborazione con Sebastian Gainsborough (già presenti in The Northman), è un elemento cruciale: i suoni soffocati, i sospiri carichi di angoscia e i gemiti dolorosi creano un’atmosfera ambigua e drammatica.

Nosferatu, il cast di un horror curato al minimo dettaglio
L’eccellenza artistica, concettuale e tecnica del film di Robert Eggers trova un ulteriore punto di forza nella direzione del cast.
Willem Dafoe, con il suo alchimista eccentrico e inquietante, diventa il complice ideale del regista nel guidare una nuova generazione di attori. Tra i nomi di spicco, Aaron Taylor-Johnson ed Emma Corrin si distinguono per la loro bravura, mentre Nicholas Hoult, ormai consolidato come interprete di primo piano, brilla dopo la recente prova in Giurato numero 2 di Clint Eastwood.
Robert Eggers trasforma poi il quasi irriconoscibile Bill Skarsgård in un cannibale in putrefazione: l’attore, già noto per il ruolo del nuovo Pennywise, si misura con il peso di una sfida imponente, portando in scena un personaggio disturbante e al contempo iconico. Qui è curato nei minimi dettagli, con quei impressionanti movimenti corporei e la particolare modulazione vocale.
Accanto a lui, a stupire in Nosferatu, è il tormento palpabile di Lily-Rose Depp, con le sue vene, spasmi e sguardo evanescente, Eggers decide di farle omaggiare il celebre sotto genere degli esorcismi, con una interpretazione che vanta di bravura e bellezza autoriale.
Figlia niente meno che di Johnny Depp, l’attrice e modella franco-americana entra di diritto nel club delle grandi scream queen del nuovo cinema horror, accanto a Mia Goth e Anya Taylor-Joy, quest’ultima dello stesso Eggers.
Nosferatu è il nuovo remake di un Classico, ma anche il sogno di un regista, Robert Eggers, che ha raggiunto con risultati straordinari. Il regista dimostra un rispetto solenne per il materiale originale e per l’eredità del cinema espressionista, senza mai rinunciare alla propria messa in scena autoriale, che emerge chiaramente nell’intera opera. Il film evoca un’esperienza sensoriale claustrofobica, con una sempre più particolare e incredibile costruzione visiva, per concludere con delle straordinarie interpretazioni Un remake visivamente riuscito, che conferma Robert Eggers come uno dei maestri contemporanei del cinema.
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