
27 Lug 2025 I Fantastici 4: Gli inizi, recensione del nuovo inizio della Marvel
I Fantastici 4 Gli inizi arriva finalmente in sala dopo l’attesa stimolata da un coloratissimo trailer, dando inizio ad una nuova era del Marvel Cinematic Universe. Il film è infatti il primo della Fase 6 dell’universo creato da Kevin Feige, iniziato nel 2008 con l’Iron Man di Jon Favreau. Diretto da Matt Shakman, il film è il 37° della Marvel, e si tratta del secondo reboot cinematografico dei Fantastici Quattro. Con Pedro Pascal nel ruolo di Reed Richards e Vanessa Kirby come Sue Storm, I Fantastici 4: Gli inizi è al cinema dal 23 luglio 2025. Scorri per leggere la recensione.

I Fantastici 4: Gli inizi, trama del film Marvel
Ambientato in un mondo retro-futuristico ispirato agli anni Sessanta, il film segue i protagonisti mentre cercano di bilanciare le loro responsabilità eroiche con la forza dei legami familiari, in un contesto dove la posta in gioco è altissima. I Fantastici Quattro si troveranno infatti ad affrontare una delle sfide più ardue della loro vita: difendere la Terra da Galactus (Ralph Ineson), una vorace divinità cosmica intenzionata a divorare il pianeta, accompagnata dal suo misterioso araldo, Silver Surfer (Julia Garner).
Ma se la minaccia dell’estinzione globale non fosse già abbastanza terribile, la battaglia per la salvezza della Terra diventerà presto una questione personale, che metterà alla prova non solo i loro poteri, ma anche il loro legame più profondo, fatto di fiducia, sacrificio e coraggio reciproco.
I Fantastici 4 Gli inizi, recensione del primo film della Fase Sei
Con I Fantastici 4: Gli Inizi, i Marvel Studios tentano uno dei rilanci più azzardati dell’intero Marvel Cinematic Universe. Dopo anni di tentativi altalenanti (adattamenti dimenticabili e operazioni decisamente fallimentari), il ritorno della Prima Famiglia Marvel avviene con un solo obiettivo: non si può più sbagliare. Dopo il recente Superman (2025) diretto da James Gunn, la posta in gioco è alta. In un momento in cui il franchise mostra segni di affaticamento, questo debutto segna un assestamento e un piccolo segno di ripresa della casa cinematografica & fumettistica. Non riesce a sfondare in modo rivoluzionario, ma con giusta efficacia riporta il focus su ciò che conta: i personaggi, il cuore e l’identità di gruppo, a discapito di alcune lacune narrative.
Fin da subito si percepisce la volontà di non proporre l’ennesima origin story. Come fatto con Spider-Man in Civil War, anche qui ci troviamo di fronte a un team già formato, con poteri consolidati e una reputazione pubblica affermata. Lo script e la messa in scena da sit-com di vecchia data riesce a colmare i vuoti, utilizzando diverse scenette che sanno di nulla di nuovo, ma che mettono in risalto i personaggi che compongono il team.
Una trasmissione TV celebra all’inizio del film il quarto anniversario dell’incidente spaziale che ha trasformato Reed Richards (Pedro Pascal), Sue Storm (Vanessa Kirby), Ben Grimm (Ebon Moss-Bachrach) e Johnny Storm (Joseph Quinn) nei Fantastici 4. È un’introduzione rapida, che vuole assolutamente evitare i lunghi prologhi, scegliendo di portarci subito nella storia.
La minaccia, come da tradizione, arriva dallo spazio profondo. Galactus, il Divoratore di Mondi, arriva da notizia del suo Araldo, annunciando l’avvenuta distruzione del pianeta. Ma, per salvare il pianeta, Galactus elegge come suo successore il figlio di Reed e Sue, che quest’ultima porta in grembo. Il dilemma etico che nasce diventa l’inizio di una narrazione che si dilata, decidendo di concentrarsi su un’unica grande domanda: la vita di uno contro la sopravvivenza di molti.
Il film dura poco meno di due ore e, al netto di una scena post-credit (una particolarmente rilevante per Avengers: Doomsday), si tiene lontano da motivi ridondanti o deviazioni inutili. Il film appare infatti molto più snello, concentrandosi (nulla di nuovo da parte dell’MCU) sulle scene d’azioni… non poi così tanto spettacolari.
Gli effetti visivi, pur non perfetti, si mantengono sopra la media delle ultime produzioni Marvel. Galactus, in particolare, è reso davvero bene e impone la sua presenza sullo schermo molto meglio di villain di film precedenti, già dimenticati.

I Fantastici 4: Gli inizi, un cast al centro del film
Dopo anni di incertezze e progetti traballanti, I Fantastici 4: Gli Inizi è un tentativo chiaro di riallineare la propria traiettoria. Anche Kevin Feige, gran timoniere dell’MCU, ha ammesso che la bulimia produttiva post-Endgame ha saturato il mercato e confuso il pubblico. L’arco del Multiverso ha finito per disorientare e lo spirito pionieristico delle prime fasi sembrava ormai lontano. Eppure, nel 2025 si è aperto uno spiraglio: dopo la sorpresa Thunderbolts, anche Fantastici 4: Gli Inizi arriva come una ventatina d’aria fresca – o quantomeno, ben confezionata – per un MCU che tenta di rialzarsi in vista di Avengers: Doomsday.
Alla regia c’è Matt Shakman, già acclamato per WandaVision, che dirige con forza l’operazione dell’universo Terra-828, quello in cui si muove il team dei 4.
La trama, va detto, non brilla per originalità. È un remake del film I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007), con qualche tocco moderno e una CGI migliorata. Galactus, che arriva per consumare la Terra annunciato dal suo Araldo (interpretata da una Julia Garner letteralmente statuaria). Il primo atto, seppur non volendo rifare l’origin story, risulta molto rallentato. Solo superata la metà la narrazione accelera, forse anche troppo.
Se dal punto di vista produttivo I Fantastici 4: Gli Inizi è finalmente un buon titolo, il lato narrativo appare (niente di nuovo sul fronte MCU) meno compatto. Il film sembra vivere in costante bilico tra due esigenze: essere un’avventura autoconclusiva e fungere da tassello per l’imminente Avengers: Doomsday. Questo crea una rottura dell’intimità della storia, sacrificata per il bene della macrotrama.
Tra i punti lodevoli di F4 è il suo amore genuino per il materiale di partenza. Si respira la passione per il fumetto, e non solo a livello estetico: anche il tono ingenuo, a volte giocoso, non è sempre un bene, ma qui funziona.
Infine, il punto di forza su cui inevitabilmente il film ruota e deve ruotare, sono i rapporti tra i personaggi. Pedro Pascal si conferma un buon leader, regalando un Reed Richards (più umano che Fantastic) riflessivo, lucido e tanto ma tanto vulnerabile. Vanessa Kirby è perfetta nel ruolo di Sue Storm, ridando forza ad un personaggio femminile senza cui (allerta SPOILER) non si troverebbero le giuste spinte nel film.
Joseph Quinn è un Johnny Storm carismatico ma non troppo sopra le righe, mentre Ebon Moss-Bachrach è forse quello che sfigura un po’, indeciso se essere l’omaccione simpatico o il personaggio drammatico che non è accettato per il suo aspetto. C’è da dire che chimicamente il lavoro funziona. I quattro attori donano il giusto senso di squadra e famiglia, immagine stessa dei Fantastici 4.
Il cast è quindi, forse, il vero successo del film, che sembra voler gettare le basi per riformare, rebootare un universo cinematografico che vedeva nei suoi personaggi la forza di sceneggiature molto semplici, ma che dopo Avengers: Endgame non hanno più retto un colpo (con dovute eccezioni).
In conclusione, I Fantastici 4: Gli Inizi è un film valido per far ripartire l’MCU: è la giusta scintilla che intrattiene ed emoziona. Un passo verso qualcosa di più grande, un film che funziona. Con tutte le sue imperfezioni, I Fantastici 4: Gli Inizi riesce comunque a farci desiderare di vedere cosa succederà dopo. E forse, in questo momento del MCU, non è poco.
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