
16 Feb 2025 September 5: da quel giorno le notizie non sarebbero state più le stesse
September 5 è un film diretto da Tim Fehlbaum che racconta i drammatici eventi del massacro di Monaco durante le Olimpiadi del 1972. Il cast include Peter Sarsgaard nel ruolo di Roone Arledge, presidente di ABC Sports, John Magaro nei panni del giovane produttore Geoffrey Mason e Leonie Benesch nel ruolo di Marianne Gebhardt, un’interprete tedesca. La pellicola è stata presentata fuori concorso all’81ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2024 ed è candidata all’Oscar 2025 per la miglior sceneggiatura originale.

September 5: trama del film
Durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, il team della rete televisiva americana ABC si trova improvvisamente a dover passare dalla cronaca sportiva alla trasmissione in diretta di una tragedia: due atleti israeliani vengono uccisi e altri nove vengono presi in ostaggio da otto terroristi di Settembre Nero. Geoff, un giovane produttore, prende in carico la regia affiancato dal direttore televisivo Roone Arledge e Marianne, l’unica che può mediare tra le notizie delle fonti tedesche e quelle comunicate in diretta dalla ABC. La diretta, seguita da quasi un miliardo di spettatori in tutto il mondo, è un susseguirsi di eventi, notizie contrastanti e situazioni tese.
September 5, la recensione: come è cambiato il giornalismo televisivo
Le ore che segnarono un punto di svolta per il mondo dello sport e della cronaca sono al centro di September 5 – La diretta che cambiò la storia, il nuovo film di Tim Fehlbaum, raccontato con un ritmo incalzante e una narrazione quasi al cardiopalma. Il film ripercorre gli eventi che sconvolsero le Olimpiadi di Monaco del 1972 e, al contempo, ridefinirono il modo di raccontare la realtà in diretta televisiva. Prodotto da Sean Penn, il film getta uno sguardo su come la prima tragedia trasmessa in diretta fu effettivamente trasmessa. Il film mette in chiaro sin da subito tutto questo: è stato un evento che ha cambiato per sempre il rapporto tra giornalismo e informazione.
September 5 ricostruisce i fatti concentrandosi sul mezzo dellla macchina dell’informazione, usata dagli uomini e le donne che si trovarono a raccontare un evento inedito per un mezzo come la televisione. Geoff è un ambizioso professionista che vede nell’opportunità di coprire la crisi un modo per farsi notare da Roone Arledge, presidente di ABC Sports. Accanto a lui Marianne funge da interprete tedesca che, suo malgrado, si trova coinvolta nel racconto di una tragedia che la sua nazione voleva dimenticare.
La scelta registica di September 5 è di far capire come il processo di costruzione delle immagini della tragedia hanno destrutturato la cronaca in diretta, passando da ‘resoconto degli eventi’ ad un prodotto che veicola informazioni veritiere (si suppone) e di forte influenza sull’opinione pubblica. Le redazioni televisive diventano vere e proprie arene in cui si combatte per raccontare i fatti per primi, con il giusto taglio emotivo, la giusta inquadratura, le giuste interviste e i giusti riempitivi.
L’aspetto più interessante del film è il contrasto tra la responsabilità giornalistica e la possibile spettacolarizzazione dell’informazione. Gli eventi del villaggio olimpico, in cui altri ebrei furono assassinati sul suolo tedesco a meno di trent’anni dall’Olocausto, portano noi spettatori a renderci conto di come la televisione abbia contribuito a plasmare il modo di vivere la paura.

September 5, la recensione: è opportuno trasmettere le tragedie?
Le scene più coinvolgenti di September 5 sono quelle che rivelano il lavoro dietro la produzione delle immagini trasmesse: dalla frenetica – e pesante – gestione delle telecamere alla creazione di grafiche e filmati ottenuti clandestinamente dal villaggio olimpico. Icone visive di quei momenti tragici, come il terrorista incappucciato affacciato al balcone – diventato simbolo dell’angoscia occidentale – vengono riproposte e ricostruite con meticolosa attenzione.
Il film non manca di sollevare quesiti etici:: è lecito trasmettere immagini che potrebbero ferire le famiglie delle vittime? Come evitare che la televisione diventi uno strumento nelle mani dei terroristi? Sebbene risposte a questi interrogativi non vengono in alcun modo date, Fehlbaum riesce a evitare il rischio della deriva melodrammatica, mettendo in luce anche che cosa un certo tipo di scoop può esercitare sui giornalisti.
La pellicola si prende più scene per definire il difficile rapporto della Germania con la memoria del Nazismo e il tentativo della popolazione di liberarsi da qualcosa che, come per i genitori di Marianne, avevano tutto sotto i loro occhi, ma sceglievano di ignorare (ricorda quasi qualcosa).
In definitiva, September 5 segue una narrazione rigorosa e lineare, adottando dei momenti thriller quando necessario, ma scegliendo consapevolmente di lasciare fuori campo la tragedia delle persone. Il film non vuole raccontare l’evento, ma far capire cosa sono diventate, dal quel giorno, le reti televisive.
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