
09 Feb 2025 We live in time è la sapiente storia romantica e strappalacrime per i momenti tristi della vita
Andrew Garfield e Florence Pugh sono i protagonisti della nuova commedia romantica a sfondo drammatico di John Crowley: We live in time – Tutto il tempo che abbiamo. Distribuito da Lucky Red, il film è la settima opera del regista irlandese che decide di mischiare comedy e drama. Presentato al Toronto Film Festival 2024, We live in time è in sala dal 6 febbraio 2025. Leggi l’articolo per scoprire cosa ne pensiamo.

We live in time: la trama del film con Andrew Garfield e Florence Pugh
Il film ha al centro l’incontro fortuito tra Almut (Florence Pugh), una chef in ascesa, e Tobias (Andrew Garfield), appena uscito da un matrimonio. Narrativamente su due piani temporali diversi, osserviamo la loro vita tra le felicità – innamorarsi perdutamente, costruire una casa, diventare una famiglia – e l’arrivo di una verità che mette a dura prova la loro storia d’amore. Mentre intraprendono un percorso scandito in cui il tempo è protagonista, Almut e Tobias imparano ad apprezzare ogni attimo del loro amore prima di un inevitabile finale.
We live in time, la recensione: la chimica Garfield – Pugh e il dramedy
L’esperimento di We live in time di fondere commedia romantica e dramma è un peso che è ricoperto in gran parte dalle interpretazioni dei due attori principali. Tobias, un rappresentante della nota marca di cereali Weetabix, è un ottimo Andrew Garfield. Impegnato in burocrazie legali che lo porteranno ad iniziare una nuova vita, incappa in un incidente che lo fa incrociare con Almut (una grandiosa Florence Pugh), che lo porta a contatto con lei e la sua vita: la cucina.
Almut è una giovane e talentuosa chef fusion bavarese che ha appena aperto il suo locale, attraverso cui i due si conoscono meglio, fino a trasferirsi insieme poco dopo. Inizia quindi una vita insieme, fino alla dura verità che fa da fulcro alla linea temporale del presente del film: Almut ha una malattia incurabile e si trova davanti ad una scelta: iniziare a curarsi o cercare di sfruttare il più possibile il tempo che le è rimasto.
Il film non è ben chiaro su quale sia stata la scelta di Almut, e inizia a diramarsi in flashback e momenti significativi nella vita della coppia, che vengono messi in scena con ottima chimica da parte della coppia Pugh – Garfield, ma che non rende bene l’idea di quale sia il tono stilistico di alcune scene. Vogliamo commuoverci? Vogliamo Ridere?
Probabilmente l’intento del film è quello di lasciare libertà di interpretazione allo spettatore, ma resta il fatto che la delicatezza di alcune situazioni scivolano forse fin troppo nella leggerezza dimenticandosi totalmente dell’importanza del dramma; merito del film è anche la godibilissima – qui c’è da dirlo – colonna sonora di We live in time: firmata da Bryce Dessner, suscita toni nostalgici, affettivi, legati al ricordo di una persona cara.

We live in time, la recensione: prepariamo i fazzoletti, perchè sappiamo già come finisce
Il film vi farà domandare costantemente in quale fase della loro relazione si trovino Almut e Tobias, e se sono già a conoscenza della notizia che cambierà tutto. Anche se, non sarà questo il motivo per cui uscirete dalla sala con gli occhi gonfi di lacrime. Lo sceneggiatore Nick Payne non sembra voler attrarre il pubblico tramite i giochi temporali, ma dà ai due attori protagonisti il lavoro di aggiustare alcune incrinature narrative, attraverso giocose interpretazioni.
A rendere We Live in Time un film da vedere è quindi la coppia protagonista, nonostante il carico emotivo non sia equamente distribuito. Li vediamo come una coppia affettuosa e come futuri genitori, prima ancora di assistere al loro primo incontro. Li sentiamo discutere sulla possibilità di evitare un secondo ciclo di cure, senza conoscere i dettagli del primo trattamento, e li osserviamo nel loro primo appuntamento nel ristorante di lei, ben prima di vedere la loro figlia Ella (Grace Delaney) crescere. Abbiamo già assistito al loro legame con la bambina prima di vederli litigare animatamente sulla scelta di non avere figli. In questo film, il finale si sa già, e l’inizio non viene definito mai.
In altre parole, We Live in Time non ci lascia il tempo di empatizzare con i protagonisti, mentre la trama procede a strappi e rivela anche un ulteriore evento, quello in cui Almut viene selezionata per rappresentare la Gran Bretagna in un prestigioso concorso culinario. Decide di andare senza dirlo alla famiglia, in una scelta che potrebbe farla apparire distante proprio quando ci si aspetterebbe che il dramma prenda piede e le emozioni vengano fuori.
Spetta quindi alla bravura di Florence Pugh (da Dune: Parte II a We live in time) di dare profondità ad Almut e impedire che sia vista semplicemente come egoista, cosa che non può fare a meno di trasparire nel personaggio di Tobias ad un certo punto del film. Garfield, deve infatti dal canto suo convincere il pubblico della sofferenza autentica di un uomo che si prepara a diventare vedovo, mentre cerca di trovare la gioia con la figlia.
Il film non si distingue per un realismo assoluto – tutt’altro. È una storia in cui gli eventi si susseguono con quell’enfasi drammatica che il cinema riesce a creare e convincerti, eppure questo non compromette il cambio di tono in commedia, quanto è vero che può accadere anche nella vita: possiamo essere tristi, straziati dal dolore, ma torneremo sempre a sorridere. Ciò che vediamo sullo schermo sembra essere quindi una versione stilizzata in cui il destino sembra orchestrare ogni incontro, ogni parola detta al momento giusto.
We live in time riesce a mostrare la verità di certe emozioni senza dover rispettare rigidamente delle regole, e questo ne fa un punto sicuramente divisivo, ma ben compensato dalle interpretazioni della coppia protagonista.
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Clicca qui per il trailer: We live in time, il trailer in italiano.