La recensione di Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson

Una battaglia dopo l’altra: viva la Revolucion!

Anticipando l’uscita in Patria di un giorno, il nuovo attesissimo film di Paul Thomas Anderson arriva nelle sale italiane dal 25 settembre 2025. Un rivoluzionario dramma d’azione e “satirico” sulla Rivoluzione, tanto in piazza quanto in casa, che conferma tutto il talento del suo autore. Ecco di seguito la recensione di Una battaglia dopo l’altra, con protagonista Leonardo DiCaprio.

Una battaglia dopo l’altra, la trama del film con Leonardo DiCaprio

Successivamente ad aver adattato su schermo l’omonimo romanzo di Thomas Pynchon Vizio di forma, il regista californiano Paul Thomas Anderson si concentra su quello del 1990, Vineland, dello stesso autore.

Una battaglia dopo l’altra vede protagonista Bob, un esplosivo attivista per i diritti civili e membro del gruppo rivoluzionario noto come French 75. Durante una missione sul campo, Bob e la sua compagna afroamericana Perfidia riescono a sottomettere il colonnello Steven J. Lockjaw, prossimo ad entrare in un esclusivo circolo per promuovere la supremazia bianca in tutto il Paese.

Tutto cambia quando Bob e Perfidia hanno la loro prima figlia, Willa, che non solo spinge la coppia a fare i conti con la Causa, ma vedrà anche il desiderio di vendetta e gli interessi personali di Lockjaw mettersi sulle tracce della bambina.

Recensione film PTA Una battaglia dopo laltra

Una battaglia dopo l’altra, recensione: una generazione dopo l’altra

La libertà. Quando ce l’hai non l’apprezzi, quando non ce l’hai è andata.

Sembra che la parola “Rivoluzione” si stia solidificando sempre di più nel vocabolario del 2025. Il distopico (?) Civil War di Alex Garland mostrava già un allarmistico segnale, di riflesso dell’assalto al Campidoglio, ma ora le circostanze sembrerebbero essersi intensificate su scala mondiale. Sono da seguire con un certo occhio tutta una serie di manifestazioni, dall’Oriente prima all’Occidente poi, portate in piazza all’ombra di una bandiera pirata, con quello che sta continuando ad accadere in Ucraina e Gaza che non fa altro se non buttare benzina sul fuoco.

In questa polveriera, pronta a scoppiare da un momento all’altro, Paul Thomas Anderson torna sullo schermo per dare una sua “definitiva” visione del senso stesso di quella parola tanto temuta. Un grande autore si attende sempre al varco, proprio per la curiosità sulla cifra stilistica che prenderà il suo nuovo film, ed ecco che dopo Il filo nascosto e Licorice Pizza, PTA ripresenta un’altra storia d’amore…a modo suo.

La Rivoluzione non è forse mai stata così sexy e divertente come per l’anarchico Una battaglia dopo l’altra, che riesce ad estrapolarne tutto l’ardore di quel fuoco dentro. Il film diventa una sorta di trattato di politologia, registrando empiricamente come lo spirito di lottare contro l’ingiustizia (umana, sociale e politica) venga tramandato di generazione in generazione. Una lotta dopo l’altra.

Ad essere vinte, nel corso degli anni, sono appunto battaglie volte ad un sistema corrotto che, in un modo o nell’altro, trova sempre il modo per riorganizzarsi e prevalere. La guerra è sempre lontana dall’essere vinta. Ma i progressi vengono messi da parte di volta in volta, con i successi che glorificano i sacrifici lasciati per strada. Assistere ad un mondo finalmente “giusto” è ovviamente un’utopia e sta proprio in questo che il fuoco della Rivoluzione deve rimanere vivo ed alimentato, con la perenne lotta alle ingiustizie del mondo che deve tenere accesa quella luce di speranza.

Un’umanità che, oggi più che mai, non può permettersi di smarrire quell’attrazione verso la Rivoluzione, o meglio verso quell’attivismo nel rincorrere una libertà costantemente minacciata. <<Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena di fare>> diceva un uomo mascherato, ma più che in una sala da ballo quel moto, atto a cambiare in meglio le cose, può partire direttamente dalla propria casa.

Proprio in tale aspetto Paul Thomas Anderson continua a dimostrare come, il regista de Il petroliere, sia tra i più importanti e decisivi autori della nostra contemporaneità. L’autore non sceglie infatti di incentrare l’intera visione verso la Rivoluzione più pura e bellicosa, ma aggiunge quel determinante quid nell’equazione senza smarrirne la Mission. Decisiva infatti la componente del dramma famigliare di Una battaglia dopo l’altra, dove Bob e Perfidia hanno perso non tanto in qualità di rivoluzionari, quanto di genitori.

Come puoi cambiare un intero Paese, il Mondo, se prima non riesci ad avere un sano e solido rapporto con la tua stessa figlia? Essere un buon genitore, oggigiorno, è di per sé la miccia per innestare la Rivoluzione. Ecco che Tom Cruise diventa un “eroe” d’azione, al pari dei citati Batman e Peter Parker, mentre La battaglia di Algeri mostra immagini in bianco e nero (se non ingiallite) in TV e con un uomo di mezza età che non riesce a scattarsi un selfie.

Sembra rivolgersi dichiaratamente ad uno spaccato generazionale ben preciso PTA, indicando come i vecchi rivoluzionari siano ormai in “pensione” e tutto venga riposto nelle mani delle nuove generazioni, che non possono permettersi di perdere quel fuoco. Una battaglia dopo l’altra riesce ad essere universale e, allo stesso tempo oltre che per conseguenza, estremamente attuale.

Il “solito” nuovo film di Paul Thomas Anderson

Viva la Revolucion!

Paul Thomas Anderson è uno dei più grandi registi della nostra contemporaneità per il suo innato talento nel riuscire ad incastrare, nel migliore dei modi, tutte le componenti cinematografiche di questo tragicomico melodramma. Ecco che il piano jazz orchestrato dalla colonna sonora (ritrovando un Jonny Greenwood davvero in forma) va a braccetto con il tono del film e viceversa, accompagnando con precisione cadenzata i movimenti di un cast che si rende protagonista di immagini sublimi.

Basterebbe infatti una singola istantanea per riassumere tutto il cuore tematico e narrativo del paragrafo precedente, come quella del personaggio di Perfidia Beverly Hills che, con il pancione in bellissima vista, arriva a scaricare la sua arma di fuoco. Quello stesso fuoco della e per la Rivoluzione deve arrivare alle nuove generazioni ancor prima della loro nascita. Un’immagine ovviamente e volutamente grottesca, dalla potenza evocativa ed immaginifica davvero roboante ed elegante allo stesso tempo, con il regista che continua a curare personalmente la direzione della fotografia assieme nuovamente a Michael Bauman dopo Licorice Pizza.

La mano ferma ed esperta, specialmente in grandi piano sequenza tra i cunicoli di stanze e corridoi, resta una delle certezze di un autore dall’eccezionale sicurezza. Il primo atto di Una battaglia dopo l’altra risulta decisamente frenetico, concitato, lucidamente feroce. Poi è lo stesso surreale personaggio di Benicio Del Toro a dare il giusto suggerimento: “non hai respirato… ora riprova”.

Ecco che infatti inizia a respirare una commedia sgangherata che vede protagonista il già citato sensei ed un eccezionale DiCaprio, con quella vestagliona a scacchi che rievoca il fantasma del Drugo e con molto cinema dei Coen che si fa spesso ben sentire (un saluto al compagno Josh). Prende piede una sorta di buddy-movie divertente ed avvincente che, contemporaneamente, non annacqua nemmeno per un istante la seria drammaticità del contesto, mettendo a segno una serie di scene e condizioni davvero tese e raggelanti.

Questo grazie a scrittura e recitazione di un personaggio come quello di Sean Penn, raccapricciante e di raro squallore, nonostante non sia il più terrificante tra quelli messi in scena da PTA per via soprattutto per un velato pietismo. Il 2 volte premio Oscar per Mystic River e Milk mette a segno una prova rocciosa e che quasi sicuramente verrà presa in considerazione per la prossima stagione dei grandi premi.

Restano alcune criticità legate principalmente al character design (che non rende tangibile il distacco di 16 anni nella narrazione), ad una prova in palese overacting, e con una doppia chiusa decisamente evitabile. In questo si va a sottolineare come il grottesco non riesca sempre ad amalgamarsi con perfezione all’interno del film, con l’atto conclusivo che viene lasciato troppo al caso.

Ma è proprio in questo spazio di visione che PTA continua a mostrare il tocco di un grande regista, ovvero nella composizione da manuale dell’inseguimento on the road, fino al poetico ricongiungimento grazie al legame di una melodia. Una battaglia dopo l’altra è dunque l’ennesima conferma del talento di un regista che riesce sempre a rinnovarsi, film dopo film, mettendo a segno un mix completo ed esplosivo.

Tra sprazzi di divertente commedia, sfruttando un dramma che pesa ogni parola e la tensione del thriller che si taglia con un coltello, mentre su strada sfrecciano adrenalinici momenti action, il film pretende a gran voce che il “fuoco” venga tenuto acceso e che la speranza divampi.

★ ★ ★ ★ ½

La recensione del film Una battaglia dopo laltra
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Vittorio Pigini
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Laureato in Giurisprudenza, diplomato in Amministrazione Finanza e Marketing, ma decisamente un Hobbit mancato. Orgogliosamente nerd e da sempre appassionato al mondo cinematografico, con il catartico piacere per la scrittura. Studioso della Settima Arte da autodidatta, con dedizione e soprattutto passione che mi hanno portato a scrivere di cinema e ad avvicinarmi alla regia.