
02 Feb 2025 Itaca. il ritorno ma in una terra fredda e con troppi problemi
Dopo aver ottenuto riconoscimenti a livello internazionale con i suoi film precedenti, il regista italiano Uberto Pasolini torna sul grande schermo con Itaca il ritorno con protagonista Ralph Fiennes nei panni dell’eroe omerico. Nell’aprile del 2022 era stato annunciato che Pasolini avrebbe diretto un adattamento cinematografico dell’Odissea, con una sceneggiatura firmata da John Collee ed Edward Bond. Il film, che vede Ralph Fiennes e Juliette Binoche nei ruoli dei protagonisti, segnando la loro terza collaborazione dopo Cime tempestose (1992) e Il paziente inglese (1996), è stato presentato in anteprima assoluta al Toronto International Film Festival il 7 settembre 2024 ed è in sala dal 30 gennaio 2025.

Itaca il ritorno, la trama del film con Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Claudio Santamaria
Con il titolo originale The Return, il film segna la quarta regia di Uberto Pasolini. Dopo opere apprezzate a livello internazionale, il regista torna sul grande schermo con un adattamento dell’Odissea, basato su una sceneggiatura scritta da John Collee, Edward Bond e lui stesso. Il film offre una interpretazione essenziale e spoglia del mito di Odisseo, concentrandosi sul ritorno del protagonista nella sua terra natale dopo vent’anni di assenza.
La storia si apre con Odisseo (Ralph Fiennes), che dopo un lungo e travagliato viaggio, riesce finalmente a sbarcare a Itaca, patria che aveva lasciato per combattere nella guerra di Troia. Ma ciò che trova al suo ritorno è ben diverso da ciò che ricordava: la sua casa è stata invasa da un gruppo di pretendenti arroganti, i proci, guidati dal crudele Antinoo (Marwan Kenzari), decisi a sposare sua moglie Penelope (Juliette Binoche) e prendere il controllo del regno.
Odisseo trova rifugio presso Eumeo (Claudio Santamaria), il fedele porcaro che non ha mai smesso di credere nel ritorno del suo padrone. Suo figlio Telemaco (Charlie Plummer), ormai divenuto un giovane uomo, è al centro della riappropriazione, da parte di Odisseo, di quella che era la sua terra e la sua famiglia: inizia così un piano per riconquistare la propria casa e vendicarsi di coloro che l’hanno usurpata.
Itaca il ritorno, la recensione del film di Uberto Pasolini: Odisseo ha sfidato gli dei ma non sé stesso
tra realismo e disincanto
Dopo un’attesa carica di curiosità, Itaca Il ritorno di Uberto Pasolini arriva nelle sale con la promessa di offrire una – ennesima – rilettura del poema omerico. E in effetti, il regista sceglie un approccio radicalmente diverso rispetto alle trasposizioni epiche a cui il cinema ci ha abituati finora. Lontano dagli eccessi spettacolari e dalle suggestioni mitologiche, Pasolini mette in scena un realismo che spoglia e riduce l’epica omerica. Riporta Odisseo ad una dimensione terrena, fatta di brutalità, disillusione e cicatrici.
Il film si concentra su un momento preciso dell’Odissea: Ulisse, dopo vent’anni di assenza, mette finalmente piede sulla sua terra. Qui ritrova il fedele Eumeo, uno dei pochi servitori rimasti leale, e inizia a tessere il piano per riconquistare la propria casa e la propria identità. Se la storia è nota a tutti, il modo in cui viene raccontata è l’unica vera deviazione dalle convenzioni narrative tradizionali: Pasolini lascia da parte la tensione avventurosa e affida la sua visione a un’estetica austera, quasi documentaristica.
Girato a Corfù, il film ricostruisce un mondo arcaico e crudele: lontano dall’idealizzazione dell’antica Grecia, l’ambientazione richiama un paesaggio pre-civile, primitivo, segnato da povertà e guerre. Pasolini tratteggia un mondo segnato dalla violenza e dalla sete di potere: da un lato, l’arroganza dei nobili, dall’altro, la sottomissione dei più deboli. Un universo senza eroismi, dominato da leggi feroci e da un costante senso di precarietà.
La storia di Odisseo si trasforma, quindi, in qualcosa di profondamente umano e doloroso: la guerra è ovunque. Il ritorno non è una celebrazione, neanche dopo la rivelazione. Odisseo, per tutti i 116 scorrevolissimi minuti, è un individuo segnato dal passaggio del tempo, del trauma, dell’inevitabile confronto con un mondo che ha lasciato.

Itaca il ritorno, la recensione: fronteggiarsi con Itaca significa fronteggiarsi con l’Odissea
La scelta di eliminare ogni traccia del fantastico e di ridurre la vicenda a una lettura psicologica ha delle conseguenze sulla forza evocativa del film. Se l’Odissea è sempre stata interpretata come un’opera sul ricordo e sull’identità, qui tutto si riduce a una narrazione incentrata sul tormento interiore di un uomo segnato dalla guerra e sulla rottura interna della propria psiche. L’Odisseo di Pasolini non è tanto l’eroe astuto che sfida gli dei e il destino (totalmente assenti), ma un esule incatenato ai propri demoni, incapace di trovare pace.
Il risultato è stata un’interpretazione magistrale da parte di Ralph Fiennes (nominato non a caso agli Oscar 2025 con Conclave), ma al contempo un’interpretazione – quella narrativa – che appiattisce la profondità del mito, riducendolo a una semplice lotta interiore, che non va sottovalutata, ma che non è allo stesso tempo l’unica via di decostruzione di un personaggio immenso come Odisseo.
Anche il personaggio di Penelope subisce una trasformazione significativa: non più la donna che attende con fede incrollabile, ma una prigioniera nella sua stessa casa, circondata dai pretendenti che vogliono strapparle il trono. Il rapporto tra i due coniugi, centrale nel poema omerico, viene riletto in chiave di separazione definitiva, come se il tempo e la sofferenza avessero reso impossibile qualsiasi ricongiungimento.
La Grecia di Pasolini non è una terra di dei, non c’è Atena a trasformare Ulisse, ma solo un Odisseo che torna in un luogo decadente, senza speranza. Più vicino alle immagini di un pensatore ottocentesco che alla luminosità del mondo antico, la scelta stilistica di Pasolini risulta eccessivamente uniforme, e priva il racconto di quei contrasti che caratterizzano la controparte letteraria.
In definitiva, Itaca Il ritorno è un film che affascina per la sua messa in scena, che potremmo definire, in effetti, originale. Pasolini si distacca nettamente da ogni tentazione spettacolare e rilegge la disillusione del mito. Nel tentativo di ridurre l’Odissea a una dimensione puramente psicologica, il film regala un’interpretazione grandiosa nel suo protagonista, ma rischia di smarrire parte della forza simbolica, che trasforma un racconto di ritorno e riconquista in un dramma esistenziale che, per quanto intenso, appare meno stratificato rispetto all’opera originale.
Per chi cerca una versione intimista e spoglia del mito di Odisseo, Itaca Il ritorno può essere un esperimento interessante e coraggioso. Ma per chi sperava di ritrovare la potenza evocativa dell’Odissea potrebbe restare un senso di incompiutezza, riscontrabile nel per forza onnipresente confronto con uno dei capolavori della storia dell’Epica.
★ ★ ½