
20 Ott 2025 Nouvelle Vague è lo spassionato omaggio di un cinefilo del Texas
Successivamente ad essere stato presentato in Concorso al 78° Festival di Cannes, ecco che arriva al Rome Film Fest anche l’ultimo film diretto da Richard Linklater. Di seguito la recensione di Nouvelle Vague, uno spassionato omaggio al periodo d’oro del cinema francese e non solo.
Nouvelle Vague, la trama del film di Richard Linklater
Una lunga carriera di quasi 40 anni passati dietro la macchina da presa, eppure il cinema di Richard Linklater è sempre rimasto principalmente serrato dietro una cerchia di appassionati. Ecco, il suo nuovo film, dopo il successo di Hit Man ed in attesa di Blue Moon, è uno spassionato omaggio alla storia del cinema francese nel suo periodo d’oro. Ecco di seguito la sinossi ufficiale di Nouvelle Vague presente alla Festa del Cinema di Roma 2025:
Non un film in costume anni ’50, ma un film che vive attimo per attimo il momento della creazione di un film di culto. Come se non fosse qui e ora che un giovane critico ambizioso e geniale riesce finalmente a dirigere il suo primo lungometraggio: 1959, Jean-Luc Godard gira Fino all’ultimo respiro, per le strade di Parigi, con la giovane diva coi capelli alla maschietta arrivata dall’America e con l’attore ventiseienne che ama il pugilato e diventerà una star.
Jean Seberv e Jean-Paul Belmondo, e Melville, Chabrol, Coutard, Truffaut, i “padri” Bresson e Rossellini e tutti gli altri che crearono quel movimento e quel film “manifesto”. Con loro nei caffè, nelle strade, negli appartamenti, con la macchina da presa che fa da specchio a quella del film originale.

Nouvelle Vague, recensione: lo spassionato omaggio di un cinefilo per i cinefili
L’Arte non è un passatempo, ma un sacerdozio.
Lo sa bene anche il regista di Boyhood e School of Rock che, nel corso degli anni, non si è mai tirato indietro nel portare sul grande schermo la sua infinita devozione verso la Settima Arte. Un cinema eclettico quello di Richard Linklater, sempre pronto a rinnovarsi pur rimanendo fedele a sé stesso nonostante le sperimentazioni. Ecco allora che un texano di Houston si ritrova ad immergersi (e far immergere) nel “francesissimo” periodo d’oro del cinema europeo e non solo.
Si tratta ovviamente di quella Nouvelle Vague che conferisce titolo al film, rendendo spassionato omaggio a quelle madri e quei padri che hanno fondato uno dei movimenti artistici più importanti ed innovativi del Novecento. La crème de la crème. Dalle stanze di quei circoli di cinemaniaci al set, il film di Linklater infonde un amore ed una devozione nell’incasellare una serie di fotografie in movimento, mettendo in risalto proprio i veri protagonisti di quella Rivoluzione.
Chabrol, Truffaut, Bresson, Rossellini, per arrivare ovviamente a Godard…il regista arriva a costruire un biopic, ma non incentrato realmente sulla nascita di Fino all’ultimo respiro, quanto sullo spirito artistico che popolava salotti e locali dell’epoca. Nouvelle Vague è infatti sinonimo di pura “libertà creativa”, fuggendo dai ricchi budget hollywoodiani o dall’eccessivo artificio nella ricostruzione della finzione, privilegiando e coccolando al contrario la realtà nella finzione.
Il film di Richard Linklater è il “classico” film da sottoporre, il primo giorno di scuola di cinema, alla Cura Ludovico. Un vero e proprio manuale concettuale, per arrivare a comprendere realmente come si arriva a pensare e realizzare un film e, di conseguenza, capirlo (“Per criticare un film serve prima farlo”).
Fotografie d’epoca in movimento
Una citazione nella citazione.
Il “problema”, se così si può definire”, del Novuelle Vague di Richard Linklater sta proprio nella composizione di questa cartolina d’epoca. Un omaggio devoto, più che “ruffiano”, nel concentrarsi a ricreare a 360° l’esperienza del tempo, per una visione simil documentaristica. Tutti i membri del cast vengono ricercati a stretta immagine e somiglianza dei reali personaggi, tanto da non essere necessario materiale d’archivio nei titoli di coda.
La fotografia in bianco e nero, la musica jazz, costumi e scenografie, lo stile di ripresa: ogni elemento presente in Nouvelle Vague viene pensato e concepito per cercare di far uscire il film direttamente da quel periodo. Un’operazione dunque pensata e servita su di un piatto d’argento, un titolo da fan per i fan, non dimenticandosi ovviamente di arricchire la visione di continue citazioni, riferimenti ed omaggi.
Nessuna Rivoluzione dunque, andando di fatto anche contro lo stesso spirito del film. Ma c’è da dare a Cesare quel che è di Cesare, perché se Nouvelle Vague dà l’impressione di provenire da quel periodo storico, ciò è frutto di un lavoro straordinario. Cast, fotografia, colonna sonora…l’intera messa in scena di Nouvelle Vague è pressapoco perfetta e, forse, è proprio questo il “problema” di cui prima.
Un documentario sarebbe stato più veritiero e ricco, a questo punto, di maggiori aneddoti e riferimenti. Un film comunque estremamente divertente, scorrevole e a dir poco perfetto per il suo aspetto didattico.
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