Recensione del film con Bob Odenkirk Io sono nessuno 2

Io sono nessuno 2 soffoca tra goffe risate il suo protagonista

Arrivato nei cinema italiani per Ferragosto, Io sono nessuno 2 riporta sul grande schermo il personaggio di Hutch Mansell, interpretato da Bob Odenkirk. Ecco di seguito la recensione del film di Timo Tjahjanto, che vede protagonista l’attore noto al grande pubblico per il personaggio di Saul Goodman nel franchise di Breaking Bad.

Io sono nessuno 2, la trama del film con Bob Odenkirk

Ambientato poco dopo gli eventi del primo film, Io sono nessuno 2 (in originale Nobody 2) riporta sul grande schermo il personaggio di Hutch Mansell, ex sicario del governo che sta cercando di lasciare da parte il suo lato più violento ed incline a mettersi nei guai.

Il secondo capitolo della saga, scritto da Aaron Rabin e Derek Kolstad (creatore del franchise di John Wick), vede infatti protagonista Hutch e la sua famiglia intenti a passare una vacanza leggera e tranquilla a Plummerville, in un parco divertimenti. Nonostante Mr Nobody voglia lasciare da parte i guai, sono proprio i guai a trovare lui, trascinandolo in uno scontro malavitoso per il territorio.

Recensione film Io sono nessuno 2

Io sono nessuno 2, la recensione: Hutch Mansell diventa Nessuno e centomila

Facciamo qualcosa, rigorosamente in famiglia!

La saga di John Wick ha indubbiamente squarciato in due il panorama action contemporaneo, per un’iconicità tale da diversi punti di vista che non poteva non creare numerosissimi emulatori. Vuoi il tipo di coreografie dei combattimenti, il look dei personaggi, la macrotrama dell’ordine degli assassini ecc, dal 2014 gli John Wick like si sono moltiplicati.

Nel caso di Io sono nessuno, o meglio Nobody in originale, il riferimento diventa ancora più immediato per l’accostamento del nome di Derek Kolstad, creatore di entrambe le saghe cinematografiche. Il primo film del 2021, diretto da Il’ja Najšuller (Hardcore!), si è fatto subito riconoscere anche a causa di questo strettissimo collegamento tra i due personaggi protagonisti: ex letale assassino, che sta cercando di vivere la sua tranquilla esistenza con la sua famiglia, viene “interrotto” dall’azione di un’organizzazione malavitosa (russa) facendo riemergere il suo passato.

Nonostante il senso di dejavu fosse alquanto forte, Nobody è riuscito a separarsi da John Wick anche e soprattutto per l’idea di ironia che sceglie di mettere in scena. L’Hutch Mansell di Bob Odenkirk sembrava infatti volutamente una “versione discount” dell’iconico protagonista con il volto di Keanu Reeves, riuscendo veramente a dare quel tocco di “amatorialità” ad un uomo vicino alla pensione che sta solo cercando di essere una persona normale.

Il connubio, con un certo tipo di emotività e drammaticità della scena, arriva così a portare su schermo un action thriller che si sa prendere efficacemente con leggerezza. Una corposa premessa questa doverosa per indicare come, in Io sono nessuno 2, la “mission” di volersi separare a tutti i costi dall’accostamento con John Wick non ha portato ai risultati desiderati.

Ciò che infatti ha reso grande la saga di John Wick (e di riflesso anche Nobody) è infatti non soltanto la sua macrotrama, ma anche la caratura emotiva e psicologica del suo protagonista, condendo il tutto con un’azione spettacolare e curata con grande intelligenza. Io sono nessuno 2 rifiuta completamente il “peso” narrativo, spingendo a tutto la leva della comicità surreale ed a tratti (troppo) demenziale.

Non solo l’intreccio, ma tutte le dinamiche in scena del film vengono forzate all’ennesima potenza, solo ed esclusivamente per creare continui pretesti al fine di vedere in scena Bob Odenkirk che flagella i suoi avversari. La trama trova davanti a sé continui buchi narrativi, i personaggi sono fogli bianchi e le interazioni all’interno della famiglia (che possono essere tra coniugi, tra padre e figlio, o personalmente ed interiormente dello stesso protagonista) vengono solo accennati per poi venire sacrificati alla comicità più spicciola.

Se Nobody riusciva ad essere interessante nel combinare assieme action-thriller ed ironia, il suo secondo capitolo scivola invece nella commediola da 4 soldi, paradossalmente facendo divertire solo a momenti intermittenti.

La commedia prende il sopravvento ma le risate restano poche

Voglio solo una pausa.

Io sono nessuno 2 rende dunque palese su schermo uno sforzo innaturale in sede di (pre)produzione, con la regia affidata all’indonesiano Timo Tjahjanto. Particolarmente conosciuto in Patria ed in Oriente come membro dei Mo Brothers, insieme all’amico Kimo Stamboel, il regista ha inaugurato la sua carriere nell’horror con May the Devil Take You (presentato anche al Festival di Venezia), Macabre, The Night Comes for Us ed altri titoli.

Negli anni si è notata la vicinanza anche al genere action che, solo recentemente, è sfociata nella commedia con The Big 4, continuando la lunga collaborazione tra il regista e Netflix. Evidentemente Tjahjanto (anche al suo debutto in lingua inglese) sta ancora limando la sua tecnica nel nuovo campo, diametralmente opposto (o quasi) a quello affrontato in rampa di lancio.

La goffaggine nel ricreare una commedia forzata si riversa inevitabilmente anche sulla costruzione della messa in scena, con un’azione che mira troppo ad ammiccare allo spettatore piuttosto che perfezionare gli aspetti più propriamente tecnici. Pesante e poco dinamica, l’azione di Io sono nessuno 2 riesce comunque a regalare qualche momento divertente ed incalzante, per una durata complessiva comunque congrua e sufficientemente oliata.

Per quanto riguarda il cast protagonista il grande Bob Odenkirk, che torna su schermo in uno dei suoi ruoli iconici che non riesce tuttavia a rendergli giustizia. Il suo personaggio in Better Call Saul lo ha consacrato tra i più ricercati attori della sua generazione, continuamente ed indecorosamente “snobbato” dalla stagione dei premi. Come già indicato sopra, se nel primo film la sua psicologia riesce a venire fuori con successo, in Io sono nessuno 2 il personaggio diventa una parodia di sé stesso, esattamente come il film.

Odenkirk resta l’unica nota di spessore del cast, facendo figurare una serie di anonimi personaggi, tra cui una Sharon Stone che prova a graffiare con poco successo. In conclusione, Nobody 2 vuole continuare il percorso fatto dal primo film intensificando la bramosia di volersi staccare concettualmente dall’albero Madre creato sempre da Derek Kolstad.

Il risultato voluto arriva, il film diventa a tutti gli effetti una commedia d’azione che non riesce tuttavia a legare assieme i due elementi e mostrando invece molta goffaggine. Io sono nessuno 2 mantiene tuttavia la sua ironia nel non voler e non saper prendersi sul serio, regalando più di qualche momento divertente e che farà perdere lo spettatore in semplici e trasandate scazzottate.

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Vittorio Pigini
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Laureato in Giurisprudenza, diplomato in Amministrazione Finanza e Marketing, ma decisamente un Hobbit mancato. Orgogliosamente nerd e da sempre appassionato al mondo cinematografico, con il catartico piacere per la scrittura. Studioso della Settima Arte da autodidatta, con dedizione e soprattutto passione che mi hanno portato a scrivere di cinema e ad avvicinarmi alla regia.