
06 Lug 2025 F1 – Il film: l’epico spettacolo del cinema che sfreccia su pista
Dopo il travolgente successo di Top Gun: Maverick, che vedeva il ritorno di Tom Cruise nei panni del protagonista, il regista Joseph Kosinski torna al cinema con una nuova spericolata corsa. Si tratta di F1 – Il film, distribuito nelle sale italiane dal 25 giugno 2025 e che riporta sul grande schermo Brad Pitt dopo il Babylon di Damien Chazelle.
F1 – Il film, la trama del film con Brad Pitt
Tempo addietro, il regista Joseph Kosinski e Brad Pitt trovarono già l’accordo nel realizzare un film sull’accesa rivalità tra Ford e Ferrari. Il progetto venne tuttavia sostituito in favore di Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold, rinviando il progetto della coppia ambientato nel mondo delle corse automobilistiche ad un futuro prossimo.
Ecco allora che dal soggetto di Kosinski ed Ehren Kruger – che tornano a collaborare dopo Top Gun: Maverick – nasce la sceneggiatura di F1 – Il film. Il film vede come protagonista Sonny Hayes, ex promessa del mondo automobilistico che ha visto la propria carriera interrompersi a causa di un tragico incidente su pista.
Arriva da lui Ruben Cervantes, amico di Sonny e proprietario di una squadra di F1 fortemente in crisi di risultati e finanziaria. Ruben chiede all’ex collega su pista di rimettersi in gioco come secondo pilota della sua scuderia, facendo da mentore al giovane ed inesperto Joshua Pearce e risollevare le sorti del gruppo. Facendo i conti con la sua età, per Sonny arriva l’occasione perfetta per riscattare i suoi fallimenti.

F1 – Il film, la recensione: passaggio di casco e di testimone
Non dicono che Sonny Hayes non ce la fa più, ma che non ce l’ha mai fatta.
L’anno è quello di The Race, film muto diretto da George H. Melford dove il giovane protagonista, Jimmy, è un appassionato di motori tale da inventare un nuovo dispositivo per automobile che gli permetterà di sfrecciare su pista durante le corse. Purtroppo l’opera viene considerata oggi perduta, ma resta la sua testimonianza per certificare come il cinema ed i motori conservino un legame secolare.
Non solo Fast and Furious infatti, ma dal Cars della Pixar al fantascientifico Speed Racer targato Wachowski – senza dimenticare ovviamente molti altri titoli del passato recente come Rush, Le Mans e Grand Turismo – la Settima Arte è spesso sfrecciata su pista. Assieme al pugilato, quello delle corse automobilistiche resta uno degli sport più amati da portare sul grande schermo per gli addetti ai lavori ed un appassionato dell’action, come Joseph Kosinski, non poteva che mettersi il casco ed ingranare la prima.
Nel caso di F1, oltre a quel Giorni di tuono del già venerato Tony Scott, il collegamento arriva anche all’essenza stessa del cinema sportivo, ovvero quello del rapporto mentore-allievo. Veloce come il vento dunque, ma anche saper attendere il momento giusto ed apprendere il più possibile dalla drammatica e cocente esperienza. Kosinski replica infatti il binomio di Top Gun: Maverick, asciugandone l’anima patriota e guerrafondaia a favore dell’incontro-scontro generazionale.
Da una parte vi è infatti il Sonny di Brad Pitt, il quale tornerebbe ad essere un lupo solitario dopo Wolfs ma in un ambiente, come quello della Formula1, dove a diventare determinante è il gioco di squadra. <<Tempi disperati richiedono misure disperate>>, con il fallito imprenditore di Bardem costretto a provarle tutte, affidandosi ad un ribelle punk come il suo amico vicino ad una pensione sempre rimandata.
Il personaggio istant-cult dovrà infatti dividere la scena con l’altra faccia della medaglia, quel giovane e sfrontato Joshua chiamato ad imparare come controllare il suo talento e non solo. Al centro di F1 (e non poteva essere altrimenti) restano comunque le gare, le corse ad altissima velocità, ma Kosinski gioca bene le sue carte ed è abile nell’evitare di far divorare la visione dal mero spettacolo.
Durante il film restano infatti i due profili umani di Sonny e Joshua, entrambi accomunati dallo spirito di rivalsa ma vissuto attraverso due ottiche completamente differenti, dal riscatto di una vita alla bramosia di emergere. Un sempre piacevole arricchimento narrativo e dei personaggi, che permette al film di respirare anche fuori i circuiti di gara. Come accennato, tuttavia, il focus di F1 resta quel mondo elitario delle corse automobilistiche, per un film che esalta e tira in lustro lo sport ed i suoi protagonisti.
Una produzione elefantica che inserisce al suo interno Toto Wolff, Lewis Hamilton, Charles Leclerc e tutti gli esponenti di spicco del settore automobilistico, non potendo non scegliere gli underdogs quali protagonisti del film per una narrazione più coinvolgente ed appassionante. Gli elementi per il perfetto film sportivo ci sono tutti: un rapporto tra mentore ed allievo, la squadra di perdenti che deve riuscire a trovare la sua prima vittoria, il settore di riferimento che diventa protagonista grazie anche ai suoi esponenti principali.
Dal punto di vista concettuale Kosinski realizza con F1 un film “perfetto” (anche troppo), senza attuare spericolate ed originali manovre ma posizionando tutto al suo posto. Ciò che spinge l’opera verso un alto profilo resta sicuramente la sua messa in scena.
F1 – Il film: veloce, più veloce!
Quando la gara riprenderà assisteremo ad uno sprint epico.
Top Gun: Maverick è stato un film acclamato dal pubblico e dalla critica, ma anche criticato per sostanza e manipolazione dell’effetto nostalgia. Resta indubbio come l’esperienza sia stata una delle più importanti vissute negli ultimi anni sul grande schermo. Ogni inquadratura del film, infatti, tende ad elevare un alto tasso di spettacolarità nella messa in scena, con l’operazione che viene replicata (se non addirittura aumentandone i giri) in F1.
Innegabile infatti come quella “patina” gloriosa, scolpita ed impeccabile resti anche qui particolarmente palpabile, tanto nella resa fotoscenografica quanto sui personaggi. In particolare, verso questi ultimi si accenna giusto qualche goccia di sudore, evitando qualsiasi macchia di olio motore, ferita (soprattutto in seguito a gravosi incidenti) ed altre imperfezioni. Altrettanto innegabile, tuttavia, come lo spettacolo su schermo sia decisamente assicurato.
Questo non soltanto grazie alla composizione stessa della visione, attraverso un incredibile montaggio di Stephen Mirrione (Traffic, Birdman) ed una resa visiva impeccabile (che sfrutta anche un innovativo modello in miniatura di camera 6K), ma anche per il suo divertimento. Le dinamiche su pista sono infatti molto avvincenti e concitate, con Kosinski che evita l’effetto videoludico per mantenete un’impostazione puramente cinematografica dell’action e riuscendo anche ad indovinarne l’ironia.
Al di là delle strategie di Sonny nel “rubare” più secondi possibili, colpisce come il film riesca a virare dall’intensa epicità al buddy-movie con grande naturalezza. A differenza di molti altri titoli del genere, si evita di caricare eccessivamente la gara alla stregua di una missione bellica, nonostante in questo caso non si parli di “tennis o golf”, ma di guidare un missile che sfreccia a 300 km/h e dove la soglia del pericolo resta davvero alta.
Ma di epica si accennava, ed una storia di riscatto non può che sposarsi perfettamente con l’epica. A restituire questo spettacolare alone di sacralità ci pensano le note di un monumentale Hans Zimmer, che torna a collaborare con il regista proprio dopo Top Gun: Maverick. Il leggendario compositore si fa sentire eccome e permette al film di sfrecciare su una strada gloriosa, mescolando elettronica ed orchestra, brani da Radio Rock a temi più vicini al genere western.
Nonostante riesca a giocare bene con l’ironia, F1 non nasconde e non vuole nascondere la sua “pomposità”, la sua valorizzazione dell’eroismo, le sue frasi dettate da slogan motivazionali, perché alla fine <<la decideranno gli Dei delle corse>>. Un gioco di eccessi (comunque perfettamente coerente con la visione e che non stona come per rendere gloriosa una realtà come quella bellica) che coinvolge anche un altro aspetto del sonoro.
Nonostante facciano parte del gioco e che sarebbe praticamente impossibile assistere oggi ad una gara sportiva senza, i telecronisti nel cinema restano un inutile e sovrabbondante eccesso fonetico. Il ruolo del commentatore della gara, infatti, servirebbe nelle trasmissioni televisive quale ruolo formativo verso l’ascoltatore e per eliminare i momenti di silenzio.
Nel cinema, tuttavia, il linguaggio deve necessariamente essere differente da quello di una trasmissione televisiva, con quel “silenzio” e quelle informazioni allo spettatore che devono essere offerte dalla musica, dai suoni della pista, dagli scambi in cuffia tra i protagonisti e da tutti gli altri strumenti cinematografici messi a disposizione per evitare una cacofonia evitabile.
In conclusione ci sono loro, i protagonisti, con il cast di F1 decisamente azzeccato sotto diversi aspetti. Javier Bardem non è sicuramente memorabile ma la faccia giusta al posto giusto, mentre la giovane sfrontatezza di Damson Idris gli farà guadagnare molto spazio all’interno dell’industria. In un film prettamente al maschile, come l’ambiente stesso della Formula1, ecco però che nel film prende molto spazio il personaggio di Kate.
Bellissima, grintosa e spiritosa, Kerry Condon torna ad un’interpretazione ed un carattere importante (non solo come mera quota rosa) dopo l’emozionante Gli spiriti dell’isola del 2022. Dulcis in fundo. Superata la soglia dei 60, l’evergreen Brad Pitt continua a dimostrare di essere più in forma di molti con la metà dei suoi anni. Una carriera da incorniciare, quella del divo di Hollywood per eccellenza, che continua ad indovinare progetti ed assicurare un successo a tutte le corpose produzioni di cui fa parte.
Un personaggio, quello di Sonny, che forse avrebbe meritato una gestione più intelligente, presentando fin da subito il suo passato per vie giornalistiche ed impedendo di svelandone le maschere in corso d’opera. Resta tuttavia una prova di spessore quella di Pitt che, proprio come quella di Tom Cruise nel precedente Maverick, sfreccia sui binari di cavalcare la propria immagine ed il continuo senso di riscatto per un’età che avanza.
F1 è un film dall’altissimo tasso di spettacolarità, perfettamente geometrico (anche troppo) nella sua impostazione visiva e narrativa e che gode di un protagonista diventato immediatamente iconico. Nel finale da fuochi d’artificio la meravigliosa musica di Hans Zimmer vola e Brad Pitt riesce ad emozionare anche con il caso indosso.
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