14 Gen 2024 Saltburn: la recensione del film più discusso della stagione
La regista Emerald Fennell, nota per il suo esordio nel 2020 con Promising Young Woman e per la sua interpretazione di Camilla Parker in The Crown torna dietro al macchina da presa con un nuovo potente e ambizioso film: Saltburn.
Chi sta leggendo la recensione molto probabilmente avrà già avuto modo di vederlo o perlomeno ne avrà sentito parlare, si perché Saltburn nelle ultime settimane è diventato un vero e proprio fenomeno virale.
Facciamo un passo per volta e andiamo ad analizzare la la sinossi del film;
Oliver Quick (interpretato da un grandissimo Barry Keoghan) è un neo studente di Oxford.
Il ragazzo è molto timido, introverso e scolasticamente preparato come pochi altri.
Ha passato le vacanze estive a leggere tutti i libri consigliati dal tutor e vista la sua quotidianità dietro ai libri di scuola fa fatica a fare nuove amicizie.
Un giorno, dalla finestra del suo appartamento nota un ragazzo, Felix (interpretato da Jacob Elordi) un adolescente completamente diverso da lui: popolare, pieno di amici, ricco e con le ragazze che gli fanno la corte.
Sarà il caso a far incontrare i due protagonisti… in una mattina come tante, Oliver si sta dirigendo verso la biblioteca e incrocia nel suo cammino Felix, fermo su una panchina con una gomma della bici bucata;
Il ragazzo è in ritardo per andare a lezione e Oliver, vista la situazione decide di prestargli la sua.
Felix, sorpreso e in debito nei suoi confronti introduce pian piano Oliver nella sua cerchia esclusiva di amici.
Tra alti e bassi e tra confessioni personali, passano i mesi e arriva la fine dell’anno scolastico.
Oliver racconta a Felix della terribile situazione familiare: entrambi i genitori infatti sono tossicodipendenti, con il papà scomparso di recente per la sua dipendenza.
Data l’amicizia tra i due, Felix invita l’amico a trascorrere le vacanze estive nella tenuta della sua famiglia, a Saltburn.
L’arrivo nella famiglia di Felix sarà solo il primo passo verso una trasformazione spiazzante di Oliver.
Se con Promising Young Woman, Emerald Fennell ha toccato temi necessari in maniera violenta, per lo più fisica, caratterizzata da un ritmo “pop”, Saltburn colpisce lo spettatore con la violenza emotiva, visiva, dando vita ad un film disturbante, potente e diabolico.
In 131 minuti la regista mostra tutto il suo talento nella prima parte e purtroppo i suoi limiti nella seconda, cosa che accadde anche con la sua prima opera: se visivamente Saltburn è pazzesco grazie alla scelta della fotografia e scenografia curate da Linus Sandgren e Suzie Davies, non si può dire lo stesso per la completa narrativa.
La sceneggiatura, scritta dalla stessa Fennell regge per buona parte della pellicola per poi, ahimè fare acqua nelle battute finali.
Ciò non va a macchiare quanto realizzato e creato dall’incipit ai primi 100 minuti della pellicola, ma non rende Saltburn il film sperato dallo spettatore durante la visione.
I due protagonisti, Barry Keoghan e Jacob Elordi sono perfetti nei rispettivi ruoli: il primo è già da anni una conferma, candidato agli Oscar nella scorsa stagione per la sua interpretazione come attore non protagonista nel film di Martin McDonagh, Gli Spiriti dell’isola, meraviglioso ne L’ombra dell’innocenza che gli valse la candidatura ai BAFTA del 2021 e spiazzante ne Il Sacrificio del Cervo Sacro di Yorgos Lanthimos, che ritroverete con alcuni omaggi proprio nel film di Emerald Fennell.
Jacob Elordi l’abbiamo apprezzato in Euphoria e lo ritroviamo in questa Awards Season nel ruolo di Elvis nell’ultimo film di Sofia Coppola, Priscilla.
L’alchimia tra i due personaggi reale, tanto da far dichiarare e ammettere a Keoghan: “mi sono lasciato andare.”
In conclusione, Saltburn è un film ambizioso, potentissimo grazie alle sue immagini ma con dei limiti narrativi.
È il film del momento ma ciò non significa che è un capolavoro dei nostri giorni.
★ ★ ★ ½