
27 Mag 2025 Le standing ovation più lunghe nella storia del Festival di Cannes
Dalla commozione per Il Labirinto del Fauno all’emozione politica per Il Seme del Fico Sacro passando alla recente ovazione per Sentimental Value: quando il pubblico di Cannes si alza in piedi e non smette più di applaudire.
Il Festival di Cannes è celebre non solo per la sua ambita Palma d’Oro, ma anche per le straordinarie standing ovation che accompagnano le proiezioni più emozionanti. È ormai una consuetudine: al termine della première, il pubblico si alza in piedi e applaude a lungo, mentre le telecamere mostrano i volti emozionati del cast. Nel tempo, questa pratica è diventata una vera e propria “gara agli applausi”, con critici e appassionati intenti a cronometrare la durata delle ovazioni, trasformandole in piccoli eventi dentro l’evento. Ripercorriamo allora i momenti più memorabili: ecco le standing ovation più lunghe nella storia del Festival di Cannes.
Il Labirinto del Fauno, Guillermo Del Toro – 22 minuti di applausi

Nel 2006 il regista messicano Guillermo del Toro presentò a Cannes Il Labirinto del Fauno, una fiaba dark/fantasy ambientata in Spagna nel dopoguerra. Il film incantò il pubblico al punto da ottenere 22 minuti di applausi ininterrotti alla fine della proiezione, stabilendo il record assoluto del festival. Del Toro stesso rimase spiazzato da un’ovazione così prolungata; L’entusiasmo di Cannes anticipò uno straordinario percorso critico e commerciale: il film vinse tre premi Oscar e divenne un classico acclamato della Settima Arte.
Fahrenheit 9/11, Michael Moore – 20 minuti di applausi

Il documentario di denuncia politica Fahrenheit 9/11 di Michael Moore sconvolse e appassionò la platea di Cannes 2004. Alla sua prima proiezione il pubblico reagì con 20 minuti di standing ovation, un’accoglienza eccezionale che all’epoca nessun film poteva vantare. Harvey Weinstein, che finanziò il film, dichiarò: “È la standing ovation più lunga che abbia visto in oltre 25 anni.” Gli spettatori europei accolsero con particolare fervore il coraggioso atto d’accusa di Moore contro la presidenza Bush e la guerra in Iraq. L’ovazione preannunciò il successo del film: Fahrenheit 9/11 vinse infatti la Palma d’oro, diventando il primo documentario in quasi 50 anni a conquistare tale riconoscimento.
Sentimental Value, Joaquim Trier – 19 minuti di applausi

Con Sentimental Value, Joachim Trier ha firmato uno dei momenti più emozionanti dell’edizione 2025 del Festival di Cannes. Presentato in concorso, il film ha commosso il pubblico con la sua storia intima e toccante, culminando in una standing ovation di 19 minuti, la più lunga dell’anno e la terza nella storia del festival. Al termine della proiezione, l’intera sala ha reso omaggio al cast, mentre Elle Fanning, visibilmente emozionata, ha abbracciato Trier tra le lacrime. Un’accoglienza che si è trasformata in riconoscimento ufficiale: Sentimental Value ha infatti conquistato il prestigioso Grand Prix, confermando il suo posto tra i film più amati della Croisette.
Mud, Jeff Nichols – 18 minuti di applausi

Nel 2012 Mud, dramma sudista di Jeff Nichols con Matthew McConaughey protagonista, ottenne un’ovazione di 18 minuti al termine della prima a Cannes. Il pubblico della Croisette tributò al film un applauso lunghissimo, segno di apprezzamento per la toccante storia di formazione e per la prova attoriale di McConaughey, lontana dai ruoli secondari dei suoi esordi. La stampa parlò di un’accoglienza che confermava il nuovo corso dell’attore texano, anticipando il premio Oscar che avrebbe vinto poco dopo nella sua carriera.
The Neon Demon, Nicolas W. Refn – 17 minuti di applausi

Non tutte le ovazioni di Cannes sono sinonimo di consenso unanime: The Neon Demon di Nicolas Winding Refn ne è l’esempio più celebre. Alla sua premiere del 2016, questo thriller visionario sul mondo della moda e della bellezza ha diviso profondamente il pubblico, scatenando boati di disapprovazione ma ottenendo comunque 17 minuti di applausi. Si racconta addirittura di litigi scoppiati in sala tra alcuni spettatori; Nonostante le scene estreme che hanno sconvolto parte della platea, una consistente parte del pubblico ha accolto Refn con una standing ovation prolungata. Questo contrasto tra fischi e ovazioni è diventato leggenda a Cannes.
C’era una volta in America, Sergio Leone – 15 minuti di applausi

Nel 1984 il maestro Sergio Leone presentò fuori concorso a Cannes il suo epico C’era una volta in America. Il film, un affresco nostalgico sulla vita criminale nell’America del Novecento, venne accolto da 15 minuti di standing ovation. Al calare del sipario, la platea della Salle Lumière tributò al capolavoro di Leone un lunghissimo applauso, riconoscendo la grandezza della pellicola. In molti parlarono di un doveroso omaggio ad un’opera imponente (quasi quattro ore di durata nella sua versione integrale) e al ritorno di Leone alla regia dopo anni di silenzio. L’ovazione fu uno dei momenti più incredibili di Cannes ’84 e consacrò l’ingresso immediato del film nella storia del cinema. Curiosamente, nonostante il trionfo al festival francese, C’era una volta in America avrebbe subìto un controverso rimontaggio per il mercato statunitense. Resta però incancellabile l’immagine di Cannes che consacra l’opera originale di Leone con applausi interminabili.
Due giorni, una notte, Luc & Jean-Pierre Dardenne – 15 minuti di applausi

I fratelli Dardenne, già due volte vincitori della Palma d’Oro, conquistarono Cannes 2014 con Due giorni, una notte. Questo film dal forte impegno sociale, in cui Marion Cotillard interpreta un’operaia in lotta per il proprio posto di lavoro, commosse profondamente la platea. Al termine della premiere il pubblico scoppiò in una standing ovation di quasi 15 minuti . La stessa Cotillard, fu al centro degli applausi dei presenti, che ne acclamarono l’interpretazione intensa ed empatica. Due giorni, una notte lasciò Cannes senza premi, ma l’accoglienza calorosa contribuì a lanciarlo nella stagione dei riconoscimenti internazionali, dove Marion Cotillard ottenne anche la candidatura all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista.
Lazzaro Felice, Alice Rohrwacher – 15 minuti di applausi

Nel 2018 il cinema italiano tornò a splendere sulla Croisette con Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. La fiaba moderna firmata dalla regista toscana conquistò immediatamente il cuore degli spettatori in sala. Il pubblico celebrò la poetica originalità del film, un racconto sospeso tra realismo rurale e tocco magico, con 15 minuti di applausi. Molti videro in quella reazione un segnale importante: in un festival spesso dominato da nomi stranieri, un’opera italiana indipendente riusciva ad imporsi con affetto. L’ovazione fu seguita da recensioni molto positive della critica internazionale, che portò al film il premio per la Miglior Sceneggiatura. Per Alice Rohrwacher fu la consacrazione e la dimostrazione che il suo cinema poteva emozionare platee mondiali.
The Paperboy, Lee Daniels – 15 minuti di applausi

Al Festival di Cannes non mancano i casi in cui l’accoglienza festosa del pubblico non coincide con il giudizio della critica. Un esempio emblematico è The Paperboy, thriller diretto da Lee Daniels e presentato in concorso nel 2012. Dopo la proiezione di gala, il cast stellare (Nicole Kidman, Zac Efron, Matthew McConaughey e John Cusack) venne accolto da 15 minuti di standing ovation da parte del pubblico. Gli spettatori, probabilmente conquistati dall’audacia delle scene e dall’interpretazione sopra le righe di Nicole Kidman, applaudirono a lungo. The Paperboy fu poi stroncato da molti critici e si rivelò un insuccesso al botteghino, faticando persino a recuperare il budget di produzione.
Cafarnao – Caos e Miracoli, Nadine Labaki – 15 minuti di applausi

Tra le ovazioni più sentite e commoventi degli ultimi anni a Cannes vi è quella per Carfarnao (titolo internazionale Capernaum), film della regista libanese Nadine Labaki presentato in concorso nel 2018. Al termine della proiezione, la sala esplose in un applauso della durata di 15 minuti carichi di emozione. La storia dolorosa del piccolo Zain, un bambino dei bassifondi di Beirut che denuncia i propri genitori per averlo messo al mondo, aveva profondamente toccato il pubblico. Molti spettatori e critici si emozionarono durante il film, e al momento dei titoli di coda tributarono a Labaki e al giovanissimo protagonista un’ovazione incredibile. Quell’accoglienza calorosa non fu fine a sé stessa: Cafarnao vinse il Premio della Giuria e ottenne una candidatura agli Oscar come Miglior film Straniero.
Belle, Mamoru Hosoda – 14 minuti di applausi

Nel 2021 un film d’animazione ha scritto una pagina inedita nella storia delle ovazioni a Cannes. Si tratta di Belle, il lungometraggio anime del regista giapponese Mamoru Hosoda, che alla sua anteprima mondiale sulla Croisette fu accolto da 14 minuti di standing ovation. Il pubblico di Cannes rimase affascinato e il regista, presente in sala, apparve visibilmente onorato mentre gli applausi si prolungavano ben oltre l’ordinario, sancendo un trionfo storico per l’animazione giapponese.
Il Seme del Fico Sacro, Mohammad Rasoulof – 14 minuti di applausi

Uno dei casi più recenti e intensi di standing ovation al Festival di Cannes è stato quello riservato a Il Seme del Fico Sacro, dramma politico del regista iraniano Mohammad Rasoulof, presentato in concorso nel 2024. L’accoglienza calorosa del pubblico, 14 minuti di applausi ininterrotti, è andata ben oltre il semplice apprezzamento dell’opera ma è stato un tributo commosso al coraggio di un autore che ha sfidato la censura e ha rischiato la propria libertà per raccontare la verità.
Il film, girato in clandestinità, prevalentemente all’interno di un appartamento, è arrivato al festival in un clima di fortissima tensione. Il 1º maggio 2024, dopo l’annuncio dell’inclusione in concorso a Cannes, Rasoulof è stato interrogato dalle autorità iraniane e gli è stato revocato il passaporto. L`8 maggio, è stato condannato a otto anni di carcere, fustigazione, una multa e la confisca dei beni, con l’accusa di aver “compromesso la sicurezza del Paese”.
Pochi giorni dopo, con un gesto estremo, Rasoulof ha deciso di lasciare clandestinamente l’Iran, attraversando a piedi le montagne per raggiungere il confine. Riuscito a rifugiarsi in Germania, dove aveva già vissuto in passato, è stato identificato grazie alle impronte digitali e ha potuto prendere parte al festival. La proiezione, resa simbolica dal drammatico percorso personale del regista, è stata accolta da un’ovazione “vera” e carica di emozione. Rasoulof, presente in sala, ha ricevuto un tributo commosso che andava oltre il film, celebrando il suo coraggio. Il Seme del Fico Sacro ha poi conquistato lo Special Jury Prize e l’attenzione della stampa internazionale, che l’ha definito una delle opere più potenti dell’anno.