13 Nov 2023 C’è ancora domani: la recensione del film campione di incassi diretto da Paola Cortellesi
Ovunque guardiamo non facciamo altro che leggere il nome di Paola Cortellesi e del suo primo film dietro la macchina da presa: C’è ancora domani.
La nota attrice romana debutta alla regia con il suo primo lungometraggio, con il quale non solo ha ottenuto tre premi alla Festa del Cinema di Roma ma ha anche conquistato il Biglietto d’oro, superando 1,8 milioni di spettatori e incassando ad oggi quasi 13 milioni di euro al botteghino.
Ci troviamo a Roma, nel 1946, in un’Italia che sta cercando di rimettere insieme i pezzi distrutti dalla seconda guerra mondiale, gli Alleati sono di vedetta nelle strade della città e Delia (interpretata da Paola Cortellesi) moglie di Ivano (interpretato da Valerio Mastandrea) e madre di tre figli tra cui Marcella (Romana Maggiora Vergano) vive la vita facendo più di qualche lavoretto, si prende cura del suocero che vive con loro, si presta a fare iniezioni, rammendi, riparazioni, cercando di andare avanti e di sorridere per nascondere le violenze fisiche e psicologiche subite dal marito.
Delia però non è sola, la vedremo imbarazzata e lusingata mentre parla con Nino (Vinicio Marchionni) come fossero vittime di un amore impossibile; La vedremo bella e sorridente mentre tra una confidenza e l’altra fuma una sigaretta di nascosto insieme all’amica Marisa (Emanuela Fanelli) e la vedremo fragile ed esasperata nel chiedere aiuto a William, un soldato americano che le deve un favore.
Delia vive per i suoi figli, in particolar modo per Marcella, l’unica figlia femmina della famiglia, che pur essendo la più grande, non può studiare e che, essendo in procinto di sposarsi, comincia ogni giorno sempre di più a rendersi conto di che tipo di uomo è suo padre.
La vita di Delia subisce una grande svolta quando una mattina la postina le consegna una lettera, una lettera che non viene svelata durante il film ma che Delia legge e rilegge ed infine nasconde nel suo comodino.
Quando Marcella riceverà la proposta di matrimonio da Giulio (interpretato da Francesco Centorame) giovane ragazzo proveniente da una famiglia benestante, Ivano ne vedrà soltanto il lato fruttuoso ed economico per la famiglia, mentre Delia, che rivede nei gesti di Giulio i gesti di un giovane Ivano, cercherà di impedire il matrimonio tra i due ragazzi.
Paola Cortellesi dirige in un elegante bianco e nero curato dal direttore della fotografia Davide Leone una commedia amara, solida e ben strutturata grazie alla narrativa scritta dalla stessa Cortellesi, Furio Andreotti e Giulia Calenda, basandosi principalmente sulla vita delle donne del secondo dopoguerra e prendendo inspirazione dalla nonna della regista stessa.
Sullo schermo la pellicola si presenta molto naturale e particolarmente adatta a rappresentare un’epoca storica così decisiva che, anche grazie al linguaggio gretto e ingenuo, risulta vera e mai volgare.
Nonostante si tratti di una pellicola dove la violenza e gli abusi sono al centro della storia, specchio di una società chiusa e patriarcale, questa violenza viene mascherata: infatti dallo schermo non trapela crudeltà o cattiveria, le scene in questione sono “camuffate” da un ballo che i duei coniugi celebrano come un rito.
La scelta delle musiche, anche se spesso contrapposte, risultano perfettamente integrate.
“C’è ancora domani…” sentiremo pronunciare questa frase da Delia, una frase che racchiude tutta la speranza di una donna che non ha mai avuto nulla, una frase che seppur semplice mostra la vera forza di una donna che vuole andare avanti.
Il finale, di forte impatto emotivo ci ricorda quanto è stato fatto per cambiare l’Italia, l’importanza dell’unione e della democrazia; Ci ricorda di dare merito alle donne che nessuno ha mai celebrato, le nostre nonne e bisnonne.
C’è ancora domani è un film coraggioso, semplice, che da voce a chi voce non ha. Un esordio sorprendente che ha fatto tornare al pubblico italiano la voglia di andare in sala.
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