30 Dic 2023 Fallen Leaves: la recensione del nuovo film di Aki Kaurismäki
Presentato in anteprima mondiale alla 76ª edizione del Festival di Cannes, dove ha incantato la critica mondiale e vinto il premio della giuria, Aki Kaurismäki, regista finlandese che nel corso della sua carriera ci ha regalato film come: Ombre nel paradiso, L’uomo senza passato, Le luci della sera, Miracolo a Le Havre e L’altro volto della speranza torna dietro la macchina da presa con un nuovo magico e poetico film, Fallen Leaves.
Il cinema di Kaurismäki tratta temi come la malinconia, disoccupazione, i senza tetto, la solitudine e la sua ultima opera non è da meno.
Nonostante l’amore sia la forza dominante che trascina il film, Kaurismäki racconta una storia che racchiude principalmente la sua filmografia, tanto da definirlo “una continuazione” della trilogia dei perdenti composta da Ombre nel paradiso, Ariel e La fiammiferaia.
La sinossi del film:
Siamo a Helsinki, Ansa (interpretata da Alma Pöysti) lavora in un supermercato, vive da sola e passa le sue giornate tra lavoro e la sua piccola casa ascoltando alla radio le notizie della guerra in Ucraina.
Un giorno viene scoperta dalla sicurezza del supermarket mentre porta a casa cibi scaduti per via delle sue difficoltà economiche, motivo per cui viene licenziata in tronco.
Parallelamente viene raccontata la storia di Holappa (interpretato da Jussi Vatanen), un metalmeccanico con il vizio del bere.
Durante una giornata di lavoro, Holappa si ferisce maldestramente ad un braccio, ciò gli impedirà di lavorare e dovendo prendere alcuni giorni di infortunio, l’ambulanza, come da prassi, eseguirà sull’uomo l’alcol test, che risulterà ovviamente positivo. Di conseguenza Holappa resta senza lavoro; I due protagonisti si incontrano per caso ad una serata di karaoke durante un venerdì sera.
Sarà solo il primo di una serie di casuali e bizzarri incontri tra i due.
Aki Kaurismäki dirige una commedia malinconica, brillante e minimalista; In soli 81 minuti, il regista finlandese trascina lo spettatore all’interno del suo mondo: un mondo dove il vero protagonista è proprio lo spettatore.
I dialoghi, surreali e ironici nonostante lo stato d’animo dei protagonisti, divertono e fanno riflettere allo stesso tempo;
Fanno riflettere soprattutto i silenzi, gli sguardi, i chiari richiami al cinema muto e al suo precursore Charlie Chaplin, gli omaggi a Godard e ai grandi classici, valgono come una lettera d’amore alla settima arte.
La scenografia curata da Ville Grönroos ricorda Luci della sera: i colori utilizzati, le inquadrature e le ambientazioni anni ‘80 sono dettagliate e ben eseguite.
Timo Salminen, direttore della fotografia noto per le sue collaborazioni con il regista finlandese, richiama con il suo timbro gran parte della carriera di Kaurismäki, dando fascino ad una pellicola già magica.
In conclusione, Fallen Leaves è un film malinconico e poetico. Si mostra apparentemente distaccato ma in realtà è una delle pellicole più profonde della stagione.
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