
28 Set 2023 After: la recensione del film in concorso al Lucca Film Festival 2023
Il nono lungometraggio presentato in concorso durante il Lucca Film Festival 2023 è After del regista francese Anthony Lapia.
Presentato in anteprima mondiale alla 73ª edizione della Berlinale, l’opera prima del regista francese è un film underground, minimalista, girato in una discoteca techno dove l’euforia, il sudore, i contatti, le droga e la sfrenata musica accompagno lo spettatore durante la lunga notte proposta nella pellicola.
La sinossi del film:
In una discoteca di Parigi, il ritmo della musica techno regna incontrastato nel cuore e nelle menti libere dei ragazzi.
Félicie (interpretata da Louise Chevillotte) avvocata penalista e Saïd (interpretato da Majd Mastoura) un autista di Uber, si incontrano sulla pista da ballo;
Dopo qualche scambio di parole e uso di droghe, decidono di allontanarsi per poi passare la serata insieme, raggiungendo l’appartamento di Félicie.
Una volta a casa, il loro confronto, alternato dalle continue scene techno nella discoteca, sarà fatto di silenzi, imbarazzi, ribellione verso la società e insicurezze nei confronti del futuro.
Al primo lungometraggio, Anthony Lapia racconta la notte in questo docu-film dal punto di vista della comunità che frequenta quel mondo.
Un ritratto libero, eccitante, fatto di corpi e traspirazione che attraggono lo spettatore trascinandolo nei ritmi della musica techno.
La regia è spiazzante per l’incredibile capacità di affascinare e dissuadere lo spettatore dalla sala cinematografica, coinvolgendolo direttamente come un testimone della lunga notte.
La fotografia, curata da Robin Fresson e Raimon Gaffier è suggestiva e attraente, creando un luogo indefinito tra spazio e tempo, lontano dalla nostra realtà.
Infatti, After non sembra assolutamente una pellicola girata nei giorni nostri: la perdizione, l’uso di droghe e la musica che scorre nelle vene dei protagonisti richiamano molto la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 dove la gioventù o gente più “nobile” cercava come scappatoia la sala da ballo per scrollare e liberarsi del peso della società che li circonda.

La scena in cui Félicie e Said sono in casa, sotto le note di “I Go To Sleep” di Anika è potentissima: i volti e le espressioni degli interpreti, senza dire alcuna parola, manifestano una sensibilità e sconforto tanto reale da sembrare poetico.
In conclusione, After è un’opera potente, affascinante e malinconica.
Frutto di una società alla ricerca della libertà e ribellione.
★ ★ ★ ★ ½
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