27 Set 2023 Sasha: la recensione del film in concorso al Lucca Film Festival 2023
L’ottavo lungometraggio presentato in concorso durante il Lucca Film Festival 2023 è Sasha del regista russo Vladimir Beck.
Classe 1992, nato a Mosca e ora in Germania, Vladimir Beck realizza un lungometraggio, scritto a quattro mani dallo stesso regista e Anna Efimova.
La sinossi del film:
Sasha, (Anya Patokina) è un adolescente che vive con suo nonno.
Un malore improvviso al nonno della ragazza, costringerà l’anziano a chiamare il padre di Sasha, non potendosi più occuparsi di lei.
Il padre è uno sconosciuto per Sasha, un uomo che conosce a malapena e che non vede da molti anni. Né lui, né lei sono contenti di questa situazione. Protestando contro la decisione presa per lei dagli adulti, Sasha si chiude in bagno e da vita alla sua trasformazione: si taglia i capelli da sola e scappa di casa.
Nel suo cammino si imbatte in alcuni adolescenti del posto che la scambiano per un ragazzo.
Vista l’opportunità di entrare a far parte di un gruppo fatto di nuove amicizie, Sasha finge di essere un’altra persona, non sapendo fino a che punto la porterà questo inganno.
Sasha, oltre a raccontare una storia necessaria in questo momento storico, è una pellicola che nonostante il tema affrontato non risulta mai banale, né volgare.
Impressiona per la maturità portata in scena, non basandosi solo sulla tecnica (come capita nella maggior parte dei registi esordienti) ma mostrando una sensibilità disarmante, rara per la giovane età e esperienza dietro la macchina da presa per il regista.
Come ha dichiarato lo stesso Beck, la proiezione di ieri al Lucca Film Festival è ufficialmente l’anteprima mondiale per Sasha con un pubblico presente.
Una grande nota di merito ad un festival come quello di Lucca, in grande espansione soprattutto per il cinema indipendente.
Inoltre, come racconta lo stesso regista, ha avuto un bel po di problemi nel girare il film vista la situazione in Russia nell’ultimo anno;
Le sue parole: “La drammaticità è che la Russia è un paese omofobo, e non permetto ad esempio l’outing come accade nel vostro paese (Italia).
Qui mi sento protetto, purtroppo la stessa cosa non accade nel mio paese di origine.
È stato anche difficile trovare un produttore, mi sento fortunato ad averlo trovato perché è stata una grande risorsa nella realizzazione del film.”
La fotografia, curata da Anton Gromov combacia perfettamente con la messa in scena, risultando elegante e affascinate.
L’incredibile maturità di interpretazione della protagonista è spiazzante considerando il suo esodio in un lungometraggio, rendendo il film quasi autobiografico per l’incredibile umanità e bravura.
Il regista infatti, si è detto molto colpito è fortunato per averla trovata:
“Anya Patokina era una studentessa di una scuola di teatro e avevo recitato in alcuni cortometraggi.
Quindi sarebbe stata la sua iniziazione come attrice questo film.
Anya sentiva una certa connessione con il suo personaggio, sentiva di raccontare la sua storia.
Questo ha potato anche a qualche conflitto sul set (ride).”
La colonna sonora curata da Federico Campana, anche lui presente in sala, accompagna dolcemente la visione, tendendo la mano allo spettatore, capace di immergessi totalmente nel film.
Il messaggio che ci lascia Sasha, oltre ad essere obbligatorio ribalta e amplifica il risultato stesso del film.
Cosa vogliamo essere?
In conclusione, Sasha è un film che impressiona per la sua maturità. Poetico, sensibile, una pellicola fatta con il cuore.
★ ★ ★ ★ ½