27 Set 2023 Homeland: la recensione del film in concorso al Lucca Film Festival 2023
Il settimo lungometraggio presentato in concorso durante il Lucca Film Festival 2023 è Homeland (Patria in lingua originale) del regista portoghese Bruno Gascon.
La sinossi del film:
In un Paese governato dalla dittatura e dal caos, Mario (interpretato da Tomás Alves) stanco della situazione nel suo paese decide di mettere fine alle violazioni dei diritti umani nella sua terra d’origine. Nel suo percorso si troverà ad affrontare la crescita di un movimento estremista che si è imposto tra le strade del Paese che metterà in pericolo la sua vita e quella di tutti coloro che lo circondano. Alla fine, avrà soltanto una scelta: libertà o morte.
Bruno Gascon, regista e sceneggiatore di Carga e Sombra, porta in scena una pellicola distopica, poco approfondita, basata principalmente sulle emozioni del protagonista.
Nonostante la sceneggiatura possa essere interessante, pecca di poca originalità e chiarezza nei confronti dei personaggi;
Quello che ci viene mostrato con il passare dei minuti, sono due fazioni: “i buoni” capitanati da Mario, che cercano di porre fine alla dittatura e “i cattivi” con il leader del gruppo Jonas (Rafael Morais) e i suoi folle seguaci, fino ad arrivare all’inevitabile scontro finale.
L’idea di partenza avrebbe anche funzionato se in questo caos conflittuale ci fosse stata più originalità e freschezza nella narrativa, ma ciò non è accaduto.
C’è linearità nella scrittura, forse troppa.
La ricerca della libertà e dei propri diritti invoglia lo spettatore ma purtroppo non basta.
In conclusione, Homeland è un film che non stupisce e ne sorprende: un prodotto televisivo poco originale e già visto negli anni.
★ ★