28 Set 2024 Il 40° anniversario di C’era una volta in America: Il Capolavoro di Sergio Leone torna in Sala
Quaranta anni fa, il 28 settembre 1984, usciva nelle sale italiane uno dei film che ha segnato per sempre la storia del cinema: C’era una volta in America di Sergio Leone. Questo film epico, un ritratto crudo e nostalgico dell’America attraverso gli occhi di un gruppo di gangster ebrei di New York, torna in sala dal 28 al 30 ottobre, distribuito da Lucky Red, per la prima volta in 4k. Il film è stato il canto del cigno della carriera del celebre regista italiano, un’odissea cinematografica durata oltre un decennio nella sua realizzazione. Nel 2024, celebriamo il quarantennale della sua uscita e riflettiamo sull’importanza di questo ineguagliabile capolavoro.
La genesi di C’era una volta in America: l’ultimo film della “Trilogia del Tempo”
Dopo il successo di C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971), Sergio Leone si dedicò a l’ultimo film della “Trilogia del Tempo“, nonchè quello che sarebbe diventato il suo progetto più ambizioso. L’idea di C’era una volta in America era maturata nella mente di Leone fin dagli anni ’60, e si basa sul libro The Hoods (1952) di Harry Grey, pseudonimo di un ex gangster che raccontava le sue esperienze nel mondo del crimine newyorkese.
Leone trascorse oltre dieci anni a sviluppare la sceneggiatura, cercando di creare un’opera che non fosse solo un film gangster, ma un’epopea sul tempo, la memoria e il rimorso. Fin dall’inizio, il regista aveva in mente una narrazione a più livelli temporali, che alternasse passato e presente, ricreando una sensazione di disorientamento e nostalgia attraverso gli occhi del protagonista, Noodles, interpretato da Robert De Niro.
Il cast di C’era una volta in America è indimenticabile: Robert De Niro, fresco del successo con Toro scatenato (1980) e Taxi Driver (1976) di Martin Scorsese, fu scelto da Leone per interpretare il ruolo di Noodles, il tormentato protagonista, acclamato per la sua intensità emotiva e la sua capacità di incarnare un uomo divorato dal senso di colpa e dalla nostalgia.
Accanto a De Niro, troviamo James Woods nel ruolo di Max, amico fraterno e traditore di Noodles. Il personaggio di Max rappresenta il volto più pragmatico e spietato dell’American Dream, pronto a sacrificare tutto per il potere e il successo. Altri attori degni di nota includono Elizabeth McGovern, che interpreta Deborah, l’amore della vita di Noodles, e Joe Pesci in un ruolo minore ma significativo come gangster. Anche l’allora sconosciuto attore Burt Young, che sarebbe diventato famoso con la serie di Rocky, appare nel film.
Sotto: (da sinistra) James Woods, Robert De Niro, James Hayden, William Forsythe e Tuesday Weld
Un affresco storico e sul passare del tempo
C’era una volta in America è certamente un film di gangster. Ma non solo, perchè nel complesso è un’epopea sul tempo e sulla memoria, in cui passato e presente si intrecciano in modo magistrale, raccontando la storia di un uomo che vive tra il rimorso per ciò che ha perso e il peso dei suoi errori. Attraverso un montaggio perfetto, Leone esplora temi universali come l’amicizia, il tradimento, il desiderio e il senso di colpa, facendo immergere lo spettatore in un universo fatto di ricordi sfocati e ambiguità morali.
La struttura non lineare del film – con continui flashback e flashforward – riflette il tema centrale del ricordo distorto e frammentato, mentre la colonna sonora di Ennio Morricone, accanto a Leone dal primissimo Per un pugno di dollari del 1964 (tornato in sala per il 60°, abbiamo scritto la recensione cliccando qui), è una delle più celebri della storia del cinema. Il motivo musicale, con il suo struggente uso del flauto di Pan, diventa la voce dei pensieri di Noodles, evocando un passato perduto e forse idealizzato.
Leone, in questo suo ultimo capolavoro, affronta con grande maestria il rapporto tra cinema e tempo, dimostrando una profonda consapevolezza del potere delle immagini nel dare forma alla memoria. La sequenza finale, con l’ambiguo sorriso di Noodles, è un enigma che ha affascinato e diviso critici e spettatori per decenni, lasciando aperta la domanda su cosa rappresenti veramente.
Sotto: Robert De Niro come David “Noodles” Aaronson nell’iconica scena finale del “sorriso”
La travagliata storia di C’era una volta in America
Nonostante le grandi aspettative, l’uscita di C’era una volta in America nelle sale cinematografiche fu segnata da gravi problemi di distribuzione. Negli Stati Uniti, il film fu mutilato da un montaggio che ridusse le quasi quattro ore di durata a circa due, seguendo una narrazione cronologica lineare che distrusse l’essenza stessa della storia.
La versione tagliata venne accolta con critiche negative, e il film fu un fallimento commerciale negli Stati Uniti. Solo più tardi, grazie alla diffusione della versione integrale europea, C’era una volta in America iniziò a ricevere il riconoscimento che meritava. In Italia e in Europa, la versione originale, con i suoi 229 minuti, venne accolta con grande entusiasmo e Sergio Leone fu acclamato come un Maestro del Cinema.
Nel corso degli anni, il film è stato rivalutato in tutto il mondo, fino a diventare un vero e proprio cult. Nel 2012, una versione restaurata e ampliata, con 22 minuti di scene aggiuntive, fu presentata al Festival di Cannes, con grande successo di critica. Oggi, C’era una volta in America è considerato uno dei migliori film mai realizzati, non solo per la sua magniloquenza visiva, ma per la profondità e l’umanità che Leone ha saputo infondere in ogni fotogramma.
A quarant’anni dalla sua uscita, C’era una volta in America continua a essere un film di straordinaria attualità e rilevanza. Chi vi scrive, fresco di rewatch, può affermare che nonostante sia ambientato nel mondo del crimine degli anni ’20 e ’30, con i suoi temi legati al tempo, il rimpianto e la perdita dell’innocenza lo rendono un film che risuona ancora oggi. E oltre alle potenti riflessioni (basti pensare all’incontro finale tra Noodles e il Senatore Bailey e i fotogrammi del loro passato), il film è registicamente talmente immortale da sembrare quasi uscito quest’anno..
Il film rappresenta l’apice della carriera di Sergio Leone, un regista che ha saputo fondere il cinema classico hollywoodiano con una sensibilità tutta europea, creando uno stile unico e inconfondibile. Leone, con la sua regia lenta e contemplativa, i suoi primi piani mozzafiato e l’uso del silenzio e della musica, ha dimostrato che il cinema può essere una forma d’arte capace di esplorare le emozioni più profonde dell’animo umano, tramite uno sguardo, un’inquadratura alla “Sergio Leone”.
La celebrazione del 40° anniversario di C’era una volta in America offre l’occasione non solo di ricordare un grande film, ma anche di riflettere sul lascito di un autore che ha trasformato la settima arte. Sergio Leone ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico mondiale, e la sua ultima opera rimane un’eccellenza nella storia del Cinema.
Noi de I Soliti Cinefili vi invitiamo a (ri)vedere questo capolavoro in sala, come dichiarato da Lucky Red (per l’annuncio clicca qui), questo immenso film non come semplice memoria nostalgica, ma come esperienza cinematografica immortale. Inchiniamoci di fronte al genio di Sergio Leone, il cui nome rimarrà per sempre associato a una delle più grandi opere che il cinema ci abbia mai regalato.
Sotto: l’indimenticabile scena con sfondo del Manhattan Bridge a Brooklyn, New York