15 Dic Il male non esiste: la recensione del nuovo film di Ryüsuke Hamaguchi
Presentato in anteprima mondiale all’80. Mostra del cinema di Venezia, dove ha trionfato con il Leone d’Argento per il Gran Premio della Giuria, il Male non esiste, questo il titolo del nuovo film di Ryüsuke Hamaguchi si presenta nella sale italiane come uno dei principali titoli di questa stagione cinematografica.
Molto lettori conosceranno il regista nipponico per Drive my car, premio Oscar per il Miglior Film Internazionale nel 2022 mentre altri per Happy Hour, in ogni caso il cinema di Hamaguchi non smette e non ha mai smesso di trasmettere e stupire in questi anni.
La sinossi del film:
In una località boschiva, tra natura, acqua pura e alberi innevati, vivono Takumi e sua figlia Hana di otto anni.
Takumi è un uomo ‘tuttofare’, conosce benissimo il proprio territorio e passa le sue giornate spaccando la legna e aiutando la gente del posto.
La località, non troppo lontana da Tokyo è un luogo molto tranquillo con pochi abitanti; Una grande impresa decide di aprire nella località un glamping, un mix tra resort e camping, minacciando di conseguenza l’ambiente, gli abitanti e gli animali del luogo.
La comunità, preoccupata, chiede spiegazioni; così vengono mandati due impiegati, impreparati sull’impatto ambientale e sulle possibili ripercussioni della costruzione del glamping nella località a parlare con la popolazione.
Messi alle strette e con poche possibilità di costruzione, i due impiegati accordati con il direttore dell’azienda trovano una soluzione: chiedere aiuto a Takumi in modo ‘farsi accettare’ dalla gente del posto.
Nel cast: Hitoshi Omika, Ryō Nishikawa, Ryūji Kosaka, Ayaka Shibutani, Hazuki Kikuchi, Hiroyuki Miura, Yoshinori Miyata.
Scritto dallo stesso Ryüsuke Hamaguchi, Il male non esiste focalizza il suo obiettivo sull’ambiente, un tema attuale, attualissimo, poco influente per molti e snobbato da altri, ma vitale per il futuro di tutti noi.
È un film che parla attraverso le immagini, che da potenza ai silenzi.
La natura che ci viene mostrata all’inizio del film con lunghi piano sequenza sotto le note del compositore Eiko Ishibashi (alla seconda collaborazione con Hamaguchi dopo Drive my car) sono quasi ipnotiche, dando un senso di impotenza e di purezza nello stesso istante.
Il regista nipponico dirige il film con lunghi piano sequenza appunto, liberando la propria arte con dialoghi interessanti e realizzando riprese quasi geometriche con i personaggi.
Il montaggio curato dallo stesso Ryüsuke, (un ‘tuttofare’ come il suo protagonista) con l’auto di Azusa Yamazaki, si collega perfettamente con la direzione del film.
I tagli, netti e decisi si completano con la regia dell’autore.
La grande capacità del film di Hamaguchi è la trasmissione e connettività con lo spettatore: Il male non esiste si pone in maniera quasi fisica, mostrando il rapporto magico e ormai perduto con la più grande risorsa che abbiamo: la natura stessa.
È un film, o meglio una poesia ecologica sulla natura e sulla natura dell’uomo.
“Che cosa stiamo facendo?”
“Che cosa ci è sfuggito?”
Vorrei lasciare a voi questa riflessione.
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