
03 Gen 2025 Sergio Leone, l’italiano che cambiò il western
Il 3 gennaio 1929 nasceva a Roma Sergio Leone, uno dei registi più influenti della storia del cinema. A distanza di decenni dalla sua scomparsa nel 1989, Sergio Leone continua ad esistere grazie ai suoi capolavori che hanno ridefinito i generi cinematografici, in particolare il western. In occasione dell’anniversario della sua nascita, ripercorriamo la straordinaria carriera del regista italiano e i suoi meravigliosi film.

Sergio Leone, gli inizi della carriera
Figlio del regista Vincenzo Leone (meglio conosciuto come Roberto Roberti) e dell’attrice Edvige Valcarenghi, Sergio Leone è cresciuto in un ambiente che trasudava cinema. Non sorprende quindi che, fin da giovane, abbia sviluppato un amore per il grande schermo. Dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza, iniziò la sua carriera come assistente alla regia in produzioni importanti, tra cui il celebre kolossal Ben-Hur (1959), dove lavorò come aiuto regista. Questi primi passi dietro le quinte gli permisero di apprendere i segreti del mestiere e di sviluppare il suo stile unico
Sergio Leone e la trilogia del dollaro
Il nome di Sergio Leone è indissolubilmente legato al cosiddetto spaghetti western, un sottogenere che lui stesso contribuì a creare. Il suo debutto come regista di lungometraggi avvenne con Il Colosso di Rodi (1961), un film di avventura epico che, pur non essendo un western, mostrava già il gusto di Leone per le narrazioni grandiose e per la spettacolarità visiva.
Il vero punto di svolta arrivò nel 1964 con Per un pugno di dollari, primo capitolo della celebre “Trilogia del Dollaro“. “Ispirato” al film giapponese La sfida del samurai (1961) di Akira Kurosawa, Per un pugno di dollari ridefinì il western classico americano introducendo un tono più crudo e realistico. Protagonista è Clint Eastwood, che grazie a Sergio Leone divenne una star internazionale. Con il suo poncho iconico e il sigaro sempre in bocca, il pistolero senza nome è diventato una figura simbolica del cinema.
Seguì Per qualche dollaro in più (1965, disponibile su Youtube), che consolidò il successo e ampliò la narrazione fungendo anche da film di passaggio. Il culmine della trilogia arrivò nel 1966 con Il buono, il brutto, il cattivo, considerato uno dei più grandi western mai realizzati. Grazie a una regia impeccabile, scene memorabili e le leggendarie colonne sonore di Ennio Morricone, la trilogia del dollaro è diventato un caposaldo del cinema e della cultura pop.

Sergio Leone e la trilogia del tempo
Dopo aver ridefinito il western, Sergio Leone si cimentò in un nuovo ciclo narrativo noto come la Trilogia del Tempo, iniziata con C’era una volta il West (1968). Questo film rappresentò un cambio di tono rispetto ai lavori precedenti, abbandonando la velocità e l’azione serrata per una narrazione più lenta e riflessiva. Interpretato da Henry Fonda, Charles Bronson e Claudia Cardinale (la vera protagonista del film), la storia è un’epopea che parla della reale fine del selvaggio West e l’inevitabile avanzata della modernità. Ancora una volta, la colonna sonora di Morricone contribuì a rendere il film un capolavoro.
Nel 1971, Leone diresse Giù la testa, una storia ambientata durante la rivoluzione messicana. Sebbene spesso considerato il film meno noto del regista, è un’opera fondamentale, immensa e fortemente politica. Con James Coburn e Rod Steiger nei ruoli principali, Giù la testa è un affresco epico sulle contraddizioni della rivoluzione.
L’apice della “Trilogia del Tempo” è rappresentato da C’era una volta in America (1984), un film che segnò purtroppo anche l’ultima opera di Leone. Questo capolavoro racconta la storia di un gruppo di gangster e l’evoluzione delle loro vite tra gli anni ’20 e ’60. Con un cast stellare che include Robert De Niro e James Woods, il film è un’opera monumentale che affronta temi universali come l’amicizia, il tradimento e il tempo che passa. Nonostante i tagli imposti dai produttori nella versione originale, il film è stato successivamente restaurato nella sua forma integrale, riportato inoltre al cinema lo scorso ottobre.

Give me a ‘Sergio Leone’: come un regista è diventato la grammatica del cinema
Il successo di Sergio Leone non è solo nelle storie che ha raccontato, ma anche nelle messe in scena. Il suo stile inconfondibile si caratterizza per la combinazione di primi piani estremi con campi lunghissimi, creando un contrasto visivo unico che enfatizzava sia l’intimità emotiva sia l’immensità dei paesaggi.
Il ritmo lento e teso delle sue sequenze, spesso dilatate nel tempo, erano costruite per creare un crescendo di tensione culminante in esplosioni di violenza.
La collaborazione tra Sergio Leone e Ennio Morricone è stata fondamentale. Le musiche del compositore italiano erano così potenti che Leone iniziava a girare solo dopo che il direttore aveva completato la soundtrack, costruendo così la narrazione attorno alla musica.
Sergio Leone ha cambiato il cinema, portando sul grande schermo storie che hanno cambiato l’anima dello spettatore. A oltre novant’anni dalla sua nascita, il suo contributo all’arte cinematografica testimonia la potenza del cinema come mezzo di espressione. Oggi, ricordando la sua vita e i suoi capolavori, ricordiamo un artista che ha saputo trasformare il linguaggio della Settima Arte.