
12 Mar 2025 Dreams, la recensione del film vincitore al Festival di Berlino 2025
Dreams, scritto e diretto da Dag Johan Haugerud, è il film vincitore dell’Orso d’Oro come Miglior Film alla 75ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Il film è parte della trilogia composta da Sex, Dreams, Love; si tratta di tre storie indipendenti incentrate sui rapporti umani. In Italia, il film è distribuito da Wanted Cinema e uscirà nelle sale dl 13 marzo 2025. Noi lo abbiamo visto in anteprima: ecco la recensione di Dreams, il film vincitore del Festival di Berlino 2025.

Dreams, la trama del vincitore alla 75ª edizione del Festival di Berlino
Dreams (titolo originale Drømmer), diretto da Dag Johan Haugerud, racconta la storia di Johanne (Ella Øverbye), una giovane studentessa che sviluppa un forte legame emotivo con la sua professoressa di liceo, Johanna (Selome Emnetu). La docente accoglie Johanne nella sua casa, offrendole ascolto e comprensione mentre la ragazza vive i cambiamenti del suo mondo attraverso i sentimenti e domande a cui non riesce a trovare risposte. Attraverso le pagine del suo diario, Johanne esprime le emozioni del suo primo amore attraverso le parole, ma espande i suoi pensieri condividendoli con i suoi familiari. Quando la madre e la nonna leggono le pagine del diario, si rendono conto che le parole di Johanne hanno una forza letteraria.
Dreams, la recensione dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2025
In Dreams le dinamiche delle relazioni umane sono messe al centro di tutto, mostrando come il cinema ha ancora bisogno di esprimere i rapporti umani e come a volte è difficile comprenderci. Il cinema di Dreams è essenziale, scavato, a prima vista semplice ma capace di restituire la giusta emotività del tema trattato. Non c’è nulla in Dreams che sia costruito per stupire o per strizzare l’occhio allo spettatore: tutto avviene con naturalezza e con situazioni estremamente reali, in cui chiunque può rispecchiarsi.
Al centro del film c’è Johanne, un’adolescente che vive con assoluta intensità il primo innamoramento, rivolto alla sua professoressa di liceo. Il loro rapporto, costruito con l’ascolto e la vicinanza, assume per Johanne un significato totalizzante nella sua vita, al punto da spingerla a cercare ossessivamente la presenza di lei, a passare sempre più tempo con lei, a sognare di essere ricambiata. Quando però viene respinta, la delusione si trasforma in parole: Johanne scrive tutto nel suo diario, unendo realtà e fantasia, desideri e sogni, passioni e sentimenti.
Il diario diventa così per prima cosa il mezzo di ascolto: scatena una reazione a catena quando lo legge la nonna, poetessa (Anne Marit Jacobsen), poi la madre (Ane Dahl Torp), che inizialmente si scandalizza, ma subito dopo intuisce un’opportunità: Johanne ha talento nella scrittura, e quelle pagine potrebbero diventare un libro, un manifesto per tante persone, un’opera simbolo di amore puro. Ma ha davvero importanza ciò che il diario rappresenta agli occhi degli altri? Il film sembra suggerire di no. Il succo della storia non sta nella sua possibile interpretazione sociale o politica, ma nella sua autenticità, nel suo essere la cronaca sincera di un sogno d’amore.
Il diario prende quindi la forma catartica con cui i sogni di Johanne si esprimono, e in cui anche nella madre cinquantenne e nella nonna settantenne sembrano rileggere i propri rimpianti.
Dreams, l’amore nel lasciarsi pezzi di sé alle spalle
Ispirandosi profondamente al cinema di Éric Rohmer, Dreams costruisce un approccio narrativo coerente tra ciò che viene mostrato sullo schermo e ogni sfumatura interiore di Johanne. Un esempio potrebbe essere la scena in cui Johanne cammina attraverso diversi quartieri di Oslo per raggiungere la casa di Johanna: in questa sequenza la musica, la narrazione della protagonista e la città si fondono per mostrare lo stato d’animo di Johanne. Il film riesce nel difficile lavoro di trasposizione l’infinito flusso di pensieri che vengono narrati verbalmente dalla protagonista per tutte le due ore.
Alla fine, Johanne scrive il suo libro, ma la soddisfazione non riempie il senso di vuoto lasciato dal passato. Cresce, capisce che voltare pagina le farà male ma soprattutto bene. E così Johanne riprende a camminare per Oslo, continuando a vivere la sua quotidianità, circondata dagli elementi con cui l’abbiamo conosciuta, gli oggetti e i luoghi più intimi della sua vita: i maglioni, le sciarpe, i divani e la sua casa.
Dreams è un film di straordinaria sensibilità che tocca amore, desiderio e contatto con l’altro. Il regista ci ricorda che, al di là di ogni categoria in cui possiamo rispecchiarci, ciò che ci muove è sempre e soltanto il bisogno di essere compresi da qualcuno. Perché, in fondo, è di questo che abbiamo sempre avuto bisogno.
★ ★ ★ ★
LEGGI ANCHE: Festival di Berlino 2025, Dreams vince.
LEGGI ANCHE: Wanted Cinema, il trailer del film