
29 Dic 2022 Pinocchio: La recensione del film in stop motion di Guillermo Del Toro
Guillermo Del Toro, regista premio Oscar per “The Shape Of Water” reinventa la favola di Carlo Collodi in un film in stop motion struggente che vi entrerà nel cuore senza chiedere il permesso.
Al dodicesimo lungometraggio il regista messicano sfida la storia realizzando un grande classico già noto alla settima arte: Pinocchio.
La storia cinematografica di Pinocchio inizia nel lontano 1940, portato nelle sale dalla Walt Disney, il film d’animazione racconta le disavventure del burattino di legno.
Il risultato è un successo incredibile.
Il film vince numerosi riconoscimenti tra cui due premi Oscar per la miglior canzone e la miglior colonna sonora.
Passano più di sessant’anni, ed è il nostro Roberto Benigni, reduce dalla statuetta per “La vita è bella” a riportare in scena la storia del burattino.
Benigni, dirige e interpreta il protagonista del film;
Il risultato è una delusione senza precedenti.
Una scommessa persa.
Nel 2019 ci prova Matteo Garrone: il regista romano realizza un prodotto tecnicamente innovativo per il cinema italiano che viene apprezzato da gran parte del pubblico e critica.
Arriviamo al 2022, Robert Zemeckis e Guillermo Del Toro, un po’ per caso, realizzano nello stesso anno “Pinocchio”, il film di Zemeckis con Tom Hanks nel ruolo di Geppetto viene stroncato da tutte le testate, il film d’animazione di Del Toro si rileva uno dei migliori film dell’anno.
Magari chi non ha ancora visto il film si chiederà:
“Cosa ha realizzato Guillermo Del Toro per considerare Pinocchio uno dei migliori film dell’anno?”
Il “Pinocchio” del regista messicano ha tutti gli ingredienti che servono per rendere una pellicola perfetta: commuove, diverte e soprattutto fa riflettere.

Il racconto, rivisitato dallo stesso Del Toro, Patrick McHale e Matthew Robbins mette in scena personaggi con caratteristiche diverse dal racconto di Collodi: Geppetto è un uomo distrutto per la perdita del figlio Carlo, un bambino buono e ubbidiente scomparso durante un esercitazione militare della seconda guerra mondiale.
Egli si reca quotidianamente a pregare sulla lapide del figlio, dove da una pigna trovata proprio dal piccolo Carlo é nato un forte e robusto Pino.
Una notte però in preda ai deliri dell’alcol, Geppetto disperato prega di riavere suo figlio e decide di tagliare il Pino, recente dimora di Sebastian il Grillo, scrittore vagabondo che proverà in ogni modo ad essere la guida di Pinocchio.
Quasi al termine della sua opera, Geppetto cede al mix di dolore ed ebbrezza e lascia il Pino incompiuto appoggiato al suo tavolo da lavoro, durante la notte, per ripagare il sacrificio di quel pover’uomo compare lo Spirito del Bosco, in origine Fata Madrina, oggi rappresentata come una creatura mistica che ricorda un angelo e che dona la vita a Pinocchio.
Essa ripagherà il lavoro di guida del Grillo con un desiderio a sua scelta e Pinocchio con il dono della vita mortale.
Pinocchio dopo aver promesso al “Suo Babbo”, al Grillo e a tutto il paese, che non lo guardava con buon occhio, di essere ubbidiente e di andare a scuola, viene meno alle sue parole e dopo essere stato adocchiato da Spazzatura, una Scimmia del Circo con la capacità di dare voce alle marionette, viene ingannato dal Conte Volpe, avido proprietario del Circo in decadimento che cerca di risalire al successo per fare colpo sul Duce, figura molto citata e rappresentata nel film.
Il Conte Volpe é un insieme di due personaggi chiave nel racconto originale di Collodi:
Mangia Fuoco il burattinaio e la Volpe della storica coppia, entrambe le figure non compariranno mai nella pellicola.
Dopo aver preso coscienza della sua immortalità, dettata però da regole e tempistiche che immergono lo spettatore in un macabro loop temporaneo dettato della Morte, figura rappresentata da una Chimera nonché sorella dello Spirito del Bosco, Pinocchio si sente in colpa per i danni recati a Geppetto e decide così di unirsi al Circo, per ripagare il suo vecchio dei debiti accumulati.
Le performance del burattino senza fili, faranno crescere il successo dello spettacolo del Conte Volpe contemporaneamente all’ascesa del Partito Nazionale Fascista e di Mussolini.
Quando Pinocchio si renderà conto di essere stato ingannato dal Conte Volpe, si unirà a Spazzatura per tornare da Geppetto, che nel frattempo, con l’aiuto del Grillo tenta in ogni modo di raggiungere “suo figlio”.
L’incontro nella pancia della balena segna un punto di svolta nella storia, lo sforzo di Pinocchio per salvare Geppetto costerà la vita al burattino che sarà riportato in vita solo grazie al desiderio di Sebastian il Grillo.
Mark Gustafson cura uno dei migliori stop motion di sempre.
Le musiche di Alexandre Desplat emozionano e accompagnano le immagine perfettamente.
In conclusione, Guillermo Del Toro realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Il suo Pinocchio è una meraviglia.
★ ★ ★ ★ ½