
20 Giu 2025 Elio ci domanda chi vogliamo essere veramente
Il nuovo film Disney&Pixar è Elio, lungometraggio d’animazione diretto da Domee Shi e Madeline Sharafian, col contributo alla storia di Adrian Molina (Coco) e con le voci italiane di Alessandra Mastronardi, Lucio Corsi e Neri Marcorè. La celebre animazione sempre innovativa della casa americana ritorna dopo il recente sequel di Inside Out per portare in scena un’avventura spaziale con atmosfere nostalgiche che parla di amicizia e pace. In tutte le sale dal 18 giugno 2025, ecco la recensione di Elio, il nuovo film Disney Pixar.

Elio, trama del nuovo film Disney Pixar
Elio racconta la storia di un bambino di undici anni di nome Elio (voce originale di Yonas Kibreab, voce italiana di Andrea Fratoni), che ha un carattere artistico, creativo e sognatore, ma ha difficoltà a integrarsi con gli altri e spesso si rifugia nel proprio mondo immaginario. Grande appassionato dello spazio, è affascinato dagli alieni e desidera più di ogni altra cosa essere rapito da loro.
Sua zia Olga (voce originale di Zoe Saldaña, voce italiana di Alessandra Mastronardi), impegnata nella direzione di un progetto militare top-secret, si trova ben presto a decodificare uno strano segnale giunto dallo spazio. La donna, però, non immagina che dietro quel messaggio ci sia proprio suo figlio.
Elio, infatti, è stato teletrasportato nello spazio ed è finito nel Comuniverso, un’enorme organizzazione interplanetaria con rappresentanti di galassie lontane. Scambiato per errore per un ambasciatore ufficiale della Terra, Elio si ritrova coinvolto in un’impresa epica: dovrà stringere legami con eccentriche forme di vita aliene, superare prove sorprendenti e gestire una crisi di proporzioni galattiche.
Nel suo viaggio, accompagnato da Glordon (voce originale di Remy Edgerly, voce italiana di Alexander Gusev), il suo primo e bizzarro amico alieno, Elio esplorerà pianeti sconosciuti e affronterà sfide impreviste, che lo porteranno a scoprire chi è davvero e dove è destinato a stare, in un’avventura cosmica tanto folle quanto rivelatrice.
Elio: recensione del film Disney&Pixar
Siamo Soli?
Elio, nuovo lungometraggio Pixar segna un ulteriore passo nella maturazione tematica e stilistica dello studio d’animazione, portando sullo schermo un racconto fantascientifico tanto tenero quanto ben pensato. Scritto da Mark Hammer, Mike Jones e Julia Cho – già noti per il delicato Soul e per l’audace Red – Elio si inserisce nel solco tracciato da questi ultimi, portando avanti un discorso nuovo sull’identità, la famiglia e la ricerca di relazioni in un mondo sempre più allargato.
Come degno film pop di fantascienza, non passano inosservate gli echi spielberghiani dei bambini in bicicletta, insieme a rimandi visivi espliciti a chi, con la fantascienza, ha parlato di noi, rivoluzionando il cinema come Ridley Scott e John Carpenter. Ma ciò che emerge da Elio non è la quantità di omaggi al genere, ma il suo tono ironico, divertente e profondo. Il film, pur essendo apparentemente a misura di bambino, parla di persone che affrontano la solitudine, l’ansia di non sentirsi parte di un gruppo, la paura di essere visti e non accettati per ciò che si è.
Proprio come Red, anche Elio pone al centro della narrazione il rapporto genitori-figli. Elio viene rapito dagli alieni non per caso, ma per una voglia di fuga da un mondo che lo fa sentire estraneo. La vera invasione aliena non è quella dallo spazio, ma quella che sperimentano tanti giovani quando si sentono schiacciati dalle aspettative odierne.
Il film pone anche su buon piano la rappresentazione non stereotipata del ruolo materno: due figure femminili ricoprono posizioni di potere in ambito militare, senza rinunciare alla loro empatia, che nega quindi l’eroismo tradizionale fatto di una mascolinità di guerra e sacrificio. Elio è un eroe diverso, vulnerabile e ascoltatore.
Tra i momenti più poetici spicca la sequenza dedicata alla comunità dei radioamatori: un importante momento sull’umanità nascosta, chi nel silenzio cerca connessione senza tornaconto. È lì che Elio mostra tutto il suo essere: la terra, l’Universo è enorme e ci fa sentire soli, ma lo siamo realmente?
Elio parla ai piccoli, ma interroga anche i grandi. In un mondo sempre più diviso, ci ricorda che essere noi stessi e accettare gli altri come ‘loro stessi’ è proprio ciò che ci rende umani.

Elio, recensione del film Pixar: il verdetto
Quando ci rendiamo conto che Elio descrive persone (giovani) che scelgono l’isolamento, deluse dalla società e incapaci di trovare un senso nel mondo che le circonda, ci rendiamo conto che finalmente l’animazione Pixar vuole mandare un messaggio al grande pubblico: Elio, senza rinunciare alla vita, fugge dalla realtà, sogna una vita alternativa dove possa essere accettato.
Non è un caso che in Elio sia quasi del tutto assente quella forte componente etnico-culturale che aveva reso così caratteristici gli ultimi titoli Pixar, tutti profondamente radicati in identità precise. Qui il messaggio, al netto di una consapevolezza condivisa, è più spazialmente universale: si parla di solitudine, di leadership, di comunicazione e comprensione tra popoli. In un presente storico quale quello in cui ci troviamo, Elio ci ricorda l’importanza della diplomazia, l’evitare il conflitto attraverso la parola.
Accanto a questa riflessione c’è una componente che richiama alla mente lo Spielberg di E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo: una fantascienza della meraviglia per il diverso e dello stupore per l’ignoto. Le creature aliene, i paesaggi e le tecnologie avanzate hanno una tale cura visiva che confermano ancora una volta la Pixar come punto di riferimento nell’animazione.
Le registe Domee Shi e Madeline Sharafian, con il contributo dello story creator Adrian Molina, non rinunciano però ad alcuni inserti inaspettati, che spezzano la dolcezza e introducono brevi, ma efficaci, sequenze dai toni thriller o addirittura horror. Una scena in particolare, sorprendentemente grafica per un film Pixar, dimostra che il team creativo non abbia avuto paura di alzare il livello, prendendo atto che l’età dello spettatore non è sinonimo di consapevolezza.
In conclusione, Elio racconta una storia di formazione con intelligenza e sensibilità, riuscendo a far ridere, commuovere e riflettere. In un’epoca in cui le domande sul futuro sono diventate le domande del presente, un film come Elio, che parla di comprensione e accettazione, non potrebbe arrivare in un momento più necessario.
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