
01 Ott 2022 Restos Do Vento: La recensione del film in concorso al Lucca Film Festival 2022!
Siamo in Portogallo.
Un breve e intenso prologo mostra dei ragazzi residenti in un villaggio indossare maschere di tela per un rituale annuale in cui tormentano le giovani donne della comunità.
Il rituale consiste nell’attaccare le ragazze che vengono incrociate nel paese, e togliere il male da loro perché secondo il (folle) rito sono “state accarezzate dal vento” e quindi esposte al peccato.
Durante il rito, una ragazza viene attaccata, la mamma complice del rituale non fa nulla per fermarli ma uno dei ragazzi, Laureano, un emarginato tra il gruppo, cerca di difendere la ragazza di nome Judite, e viene ferocemente picchiato dai suoi coetanei.
Passano circa 25 anni, Laureano (interpretato da Albano Jeronimo), sembra soffrire di problemi psicologici, è un uomo solitario, senza amici e vive da solo insieme ai suoi cani.
Nel frattempo, due dei ragazzi coinvolti nel rituale, Samuel (interpretato da Nuno Lopes) e Vitor (interpretato da Goncalo Waddington), sono diventati adulti e relativamente stabili.
Durante la ricorrenza del rituale, che nel corso degli anni non viene più celebrato, Pablo, il figlio di Samuel viene trovato assassinato e viene avviata un’indagine nel villaggio per trovare il colpevole.
Questo è “Restos do Vento”, film diretto da Tiago Guedes e scritto da Tiago Rodrigues e lo stesso regista.
La narrativa, se pur diversa ricorda vagamente “Mystic River” di Clint Eastwood, infatti in entrambi i casi un gruppo di amici d’infanzia condividono un momento di violenza, e le conseguenze traumatiche che seguiranno non saranno dimenticate.
Il passato può sempre tornare a galla.
Durante l’intervista con il regista, Tiago Guedes ha dichiarato:
“La storia di Restos do Vento è una sceneggiatura originale: è basata sulla storia di un mio amico e Tiago Rodrigues mi ha aiutato a scriverla.”

Il rituale che vediamo nel film, inquietante e allo stesso tempo inedito, è in realtà un mix di rituali: il regista si è basato su veri rituali della Repubblica Ceca e del Portogallo, e nell’esperimento il risultato è notevole.
Gli interpreti, in particolar modo Nuno Lopes nel ruolo di Samuel, risalta il dolore per la perdita del figlio e magari anche il senso di colpa nei confronti di Laureano, per quello che è successo da ragazzi.
Infatti, in una sequenza lo stesso Samuel, mentre parte del villaggio prende in giro l’uomo solitario, dice:
“Lasciatelo stare.”
Questa frase, fa intendere che l’uomo, non è più un ragazzo, non fa più bravate, ha un’attività e quello che è accaduto 25 anni prima in un certo senso ha segnato anche il suo destino.
Mark Bliss, direttore della fotografia mostra tratti oscuri, scelta motivata anche dal regista per non mostrare l’introspettiva dei personaggi durante la luce del giorno.
La location, qualche parte in Portogallo è collegata al vento, infatti Guedes ha cercato principalmente un villaggio con pale eoliche per mostrare ancor di più il tema del film.
“Restos do Vento” è una riflessione per la società.
Un film diretto con eleganza nonostante la violenza.
Un punto interrogativo di come la società comanda attraverso i nostri figli e sulle conseguenze che porterà nelle nostre vite.
★ ★ ★ ★ ½
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