
30 Set 2022 Yamabuki: La recensione del film in concorso al Lucca Film Festival 2022!
Maniwa, Giappone.
Chang-su, (interpretato da Kang Yoon-soo) un ex atleta di equitazione della squadra nazionale sudcoreana, è stato costretto a rinunciare al suo sogno e lavora in una cava locale avendo accumulato debiti molto significativi per la propria casa.
Chang-su vive con Minami (interpretata da Misa Wada) e la sua bambina.
Il protagonista dopo molti sforzi lavorativi riceve una promozione da part-time a full-time.
Qui inizia la storia della liceale Yamabuki (interpretata da Kirara Inori), figlia ribelle del poliziotto vedovo Hayakawa.
La ragazza comincia a mettere in piedi proteste non violente che cercano di coinvolgere l’intera popolazione.
Il destino dei due principali personaggi si incrocia nel giorno in cui durante un’escursione sulle colline, il poliziotto, con la figlia e un collega individuano un fiore (una rosa gialla) chiamata Yamabuki, nome dato alla figlia.
Cercando di portar via la pianta in modo da poterla mettere nel proprio giardino, alcuni massi cadono dalla collina e causano un incidente d’auto, dove alla guida c’è proprio Chang-su.
Questo è “Yamabuki” film scritto e diretto da Juichiro Yamasaki.
La metafora nello sviluppo cruciale è evidente: come le nostre azioni possono produrre conseguenze imprevedibili per gli altri.
Nell’intervista durante il festival il produttore del film ha dichiarato:
“Yamabuki è un fiore che fiorisce solo in quella zona;
È un fiore discreto, non se ne parla in città;
È stata un’ispirazione per il regista.”

Infatti, il film si presenta come lo stesso fiore: discreto, profondo, quasi poetico.
Il protagonista interpretato da Kang Yoon-soo interpreta perfettamente le fragilità del suo personaggio e mostra una certa sensibilità che tocca lo spettatore.
Dal punto di vista tecnico, la scelta stilistica che emerge è l’uso della 16 mm per le riprese.
La fotografia a cura di Kenta Tawara è leggermente granulosa, e questa particolarità risalta la pellicola soprattutto nelle prime sequenze della cava.
Si film si chiude con Yamabuki che comunica la madre defunta, miscelando l’onirico e l’immaginazione.
In conclusione, “Yamabuki” è un film di una certa profondità e discretezza.
Delicato, forse fin troppo.
★ ★ ★
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