
13 Apr 2025 Sotto le Foglie nei boschi di un giallo francese
François Ozon, noto per film come 8 donne e un mistero e Nella casa, torna sul grande schermo con Sotto le foglie, una commedia gialla che ricorda molto Agata Christie. La pellicola, campione d’incassi in Francia con quasi 700.000 spettatori, ha ottenuto il Premio della giuria per la migliore sceneggiatura e il Premio per il miglior attore non protagonista (Pierre Lottin) al Festival internazionale del cinema di San Sebastián. Inoltre, Hélène Vincent ha ricevuto una candidatura ai César come Migliore attrice. Ecco di seguito la recensione di Sotto le Foglie, il nuovo film di François Ozon, in sala dal 10 aprile 2025, distribuito da Bim Distribuzione.

Sotto le foglie, la trama del film di François Ozon
La storia si svolge in un tranquillo villaggio della Borgogna, dove Michelle (Hélène Vincent), una pensionata ottantunenne, attende con ansia la visita della figlia Valérie (Ludivine Sagnier) e del nipote Lucas. La sua routine quotidiana include passeggiate nel bosco alla ricerca di funghi insieme all’amica di lunga data, Marie-Claude (Josiane Balasko). L’arrivo di Valérie è seguito da un incidente legato ai funghi raccolti da Michelle, che provoca un’intossicazione alla figlia. Sarà l’inizio di una storia un po’ gialla, un po’ drammatica, ma fortemente legata a situazioni reali.
Parallelamente, Vincent (Pierre Lottin), figlio di Marie-Claude, ritorna al villaggio dopo un periodo in prigione. Michelle decide di offrirgli un’opportunità di redenzione assumendolo come giardiniere.
Sotto le foglie, la recensione del nuovo film di François Ozon
Fin dai primi minuti Ozon capovolge ogni aspettativa iniziale: la quotidianità di una nonna che attende con gioia l’arrivo del nipote durante delle vacanze si trasforma in un giallo classico e in un film altamente drammatico.
La figlia di Michelle, Valérie, sopporta infatti a fatica la madre e, dopo essersi sentita male per aver mangiato dei funghi cucinati da lei (di cui era l’unica a essersi servita), la accusa apertamente di averla avvelenata, mettendo fine anzitempo alla tanto attesa vacanza.
Fa il suo ingresso anche Vincent, figlio di Marie-Claude, amica di sempre di Michelle. Da quel momento, la storia si snoda tra colpi di scena inattesi, verità dietro il personaggio di Michelle e un assassinio inaspettato alla Match Point di Woody Allen. Ozon unisce con estrema arguzia dramma, commedia e noir: il risultato è una narrazione che porta in scena personaggi legati da dinamiche fortemente reali, in cui ogni spettatore può rispecchiarsi.
Sotto le foglie è inizialmente un racconto su generazioni a confronto: un legame tra nonna e nipote, ma soprattutto un legame complicato tra madre e figlia. Valérie è perennemente in conflitto con la madre, fatica persino a incrociarne lo sguardo e si mostra sempre pronta a sospettare il peggio. Vincent, da parte sua, è appena tornato alla vita fuori dal carcere, eppure ha già fretta di rimettersi in pista e non ha paura di chiedere aiuto a Michelle per farlo.
Il duo Michelle e Marie-Claude che commenta con amara ironia il destino dei loro figli, sembra essere un semplice scambio di battute in cui lo spettatore può empatizzare, vedendo due anziane signore perbene consolarsi l’un l’altra.
Ma – perché c’è sempre un ma – il regista è abile nel deviare lentamente l’attenzione. Con astuzia, orienta il focus sui figli, che, ciascuno a modo suo, sembrano faticare ad accettare gli errori delle loro madri e ad affrontare quello che si portano dietro. In sostanza, il film si diverte a mettere alla prova le emozioni del pubblico, a smontare giudizi facili. Con l’aiuto di molte scene thriller, a volte dirette a volte solo suggerite, ci accompagna dove ognuno è portato a guardare il film attraverso il prisma del proprio legame – presente o passato – con la propria madre.

Sotto le foglie, la recensione: il passato aleggia al centro di un giallo drammatico
Sotto le foglie sembra fare eco in modo costante di tre parole: senso di colpa. C’è il peso del passato di Michelle e Marie-Claude, legate da un momento della loro vita difficile da dimenticare e apparentemente impossibile da redimere. Quando Michelle tenta con forza di affermare il diritto di convivere con il proprio passato, la figlia – e il mondo intorno a lei – glielo rinfaccia con insistenza.
Poi c’è una colpa sospesa, legata all’ombra di un crimine all’interno del film, un assassinio che rompe le dinamiche soft dei luoghi della pace apparente del piccolo borgo in Borgogna. Insomma, Ozon prende Agata Christie e Georges Simenon e li porta nella campagna francese.
Il film si concede anche la libertà di introdurre fantasmi lungo la storia, appartenenti alla vita di Michelle – perché il mistero al centro della storia resterà comunque un mistero. Le apparizioni, come quella della mano sulla spalla di Michelle, diventano naturali nel momento in cui tentiamo di reprimere le emozioni e i pensieri che ci spaventano.
Sotto le foglie resta nello spettatore non solo negli arancioni e marroni dei boschi della campagna, ma dentro di noi: in ogni vecchio rancore, insicurezza, timore che pensavamo superato.
In conclusione, grazie a un abile intreccio tra giallo e dramma, Ozon costruisce un racconto unito dai legami familiari complicati. È un film che, proprio come accade nella vita reale, porta in scena cadute, a volte da un punto troppo in alto, destinati a rimanere senza risposta, sotto le foglie.
★ ★ ★ ½
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