
16 Giu 2025 Warfare di Garland e Mendoza è l’amara realtà della nostra storia
Warfare – Tempo di guerra, Il nuovo film A24 diretto da Alex Garland e Ray Mendoza è un’opera che immortala la Storia nel suo inferno più tangibile: la Guerra. Dopo Ex Machina (2015) e Civil War (2024), Garland dirige il film per portare in scena la storia del plotone NAVY SEAL di cui faceva parte Ray Mendoza. Distribuito da I Wonder Pictures, il film uscirà nelle sale italiane il 21 agosto 2025. Ecco la recensione in anteprima dal Taormina Film Festival 2025 di Warfare – Tempo di Guerra, il nuovo film di Alex Garland e Ray Mendoza.

Warfare – Tempo di Guerra, trama del nuovo film di Alex Garland
Tratto da una storia vera, Warfare – Tempo di guerra è un’immersione nella sconvolgente realtà dei conflitti moderni. Scritto e diretto da da Alex Garland (Civil War, Ex Machina) con Ray Mendoza (consulente militare per Civil War, Lone Survivor, Jurassic World), questo film di azione pura è stato realizzato sulla base dei ricordi, delle testimonianze e delle esperienze vissute sul campo da un gruppo di uomini dei corpi speciali della marina americana, i Navy SEAL – tra cui lo stesso Mendoza – che hanno partecipato a una missione ad alto rischio a Ramadi, in Iraq, nel 2006.
Non solo un film di guerra, ma un film nella guerra: immersivo, viscerale, coinvolgente, una rivisitazione intensa e innovativa del genere, che non fa sconti allo spettatore regalandogli un’esperienza cinematografica totale, con un cast che riunisce alcuni fra i più interessanti giovani talenti di Hollywood, tra cui Joseph Quinn (Stranger Things), Kit Connor (Heartstopper), Will Poulter (The Revenant) e Michael Gandolfini (I molti santi del New Jersey).
Warfare, recensione del film di Alex Garland e Ray Mendoza
In memoria di Elliot Miller
Se c’è una cosa che Alex Garland sa fare bene è indagare sulla storia della società contemporanea e vedere i frutti che raccoglie dalle azioni che ha compiuto.
Con Warfare, Alex Garland abbandona le impalcature simboliche e metaforiche che hanno caratterizzato molti dei suoi lavori precedenti, come Men (2022), film allegorico e pieno di astrazioni. Le abbandona e lo fa per calarsi in una rappresentazione cruda, documentaristica e radicalmente realistica della guerra. Co-diretto e co-scritto con Ray Mendoza, ex Navy SEAL e già consulente per Civil War, il film è un’esperienza immersiva, sonora e devastante. Assolutamente senza alcun filtro, trascina lo spettatore in una vera e propria operazione militare realmente avvenuta a Ramadi, in Iraq, nel 2006.
La regia rinuncia quasi del tutto a ogni forma di mediazione cinematografica: pochissimi tagli di montaggio, niente colonna sonora, nessun attimo di pausa o ripresa. Solo polvere, sudore, sangue, urla. E tante, ma tante esplosioni. L’intento è chiaro: replicare, cinematograficamente parlando “a documentario”, la confusione di un teatro di guerra, senza mitizzazioni, prese di coscienza o di posizione. Con questo, Warfare arriva sullo schermo come un reportage, ma la possibile allusione a Kirsten Dunst e Cailee Spaeny di Civil War è tutto fuorchè giusta. È un’opera che impressiona per la regia, che annulla la componente “cinema” per raccontare la realtà.
Il film segue un gruppo delle forze speciali statunitensi, affiancato da due marines e due esploratori iracheni, incaricati di sorvegliare un quartiere urbano controllato da Al Qaeda per garantire il passaggio sicuro delle truppe il giorno successivo. Ma l’operazione prende una piega imprevista e trascina i soldati in un incubo di combattimento ravvicinato. Al centro della missione, la drammatica evacuazione del militare Elliot Miller. L’evento, realmente accaduto, viene commemorato anche nei titoli di coda.

Warfare, la recensione: il verdetto
Prodotto da A24 e DNA Films, il film è girato su un enorme set nei pressi di Londra, Warfare vanta un cast corale solido e promettente: D’Pharaoh Woon-A-Tai, Will Poulter, Cosmo Jarvis, Kit Connor, Charles Melton e Taylor John Smith interpretano i soldati con un realismo preciso, privo di sovrarecitazione. Dimostrano di aver lavorato tanto per evitare ogni sfumatura attoriale superficiale, inutile per questo genere di film. Le loro performance si affidano ai movimenti e ai codici militari, interrotti perennemente da esplosioni o ordini gridati. Solo quando una grande esplosione porta il soldato Miller a essere gravemente ferito, un’unica componente viene generata dal gruppo che compone il corpo speciale: l’umanità che emerge per portare in salvo il compagno ferito.
La narrazione, però, non si concentra tanto sui singoli personaggi quanto sull’esperienza diretta e immersiva della guerra stessa. Warfare è un film di terrificante impatto, che non arretra di fronte all’esplicita violenza e sulle ferite causate dalle esplosioni e sul sangue, tanto sangue umano. La vicenda si sviluppa in tempo reale, attraverso un’unica, ininterrotta sequenza d’azione di circa 90 minuti, caratterizzata da una rigidità opprimente, tanto da sfiorare l’horror, per la tensione.
Il merito principale di Warfare sta nella sua impeccabile precisione registica e accuratezza visiva. Garland e Mendoza non edulcorano la guerra o la trasfigurano: la mostrano così com’è, con la sua brutalità e con il suo terribile costo umano. Il film non prende una posizione politica esplicita, ma lascia allo spettatore la responsabilità di confrontarsi con ciò che ha visto. E ciò che si vede è sufficiente.
In conclusione, Warfare è un pugno allo stomaco, un film totalmente disturbante e devastante che rimarrà impresso a lungo nella memoria. Un film che è vissuto e che viene vissuto, purtroppo, tutt’oggi.
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